mitografia del quotidiano
Blue mood
Blue mood
Era il 10 Novembre 2005, dovevo lavorare per un disco che aveva dietro una grande casa discografica e un celebre produttore, la meta era portare la band a Sanremo.
Lo studio non era molto distante da Roma, in aperta campagna e l’avevo raggiunto con la mia vecchia auto. Mi sveglio sempre presto e guardo l’ambiente dove mi trovo. La sala d’incisione per il pianoforte acustico era vuota e io distratto dalla vista che mostrava alberi in autunno non mi ricordai di cambiare il selettore da luce tungsteno a daylight su una piccola bridge digitale.
Dimenticai questo scatto perché non era ciò per cui ero stato incaricato. Lo ritrovo oggi a distanza di tempo e rivivo quel silenzio ricordando la mia vita di allora che era per molti versi la stessa di oggi a livello di coordinate : l’amore di cui sono portatore sembra non voglia un oggetto specifico, ma sia diretto a tutto il creato, a tutto ciò che semplicemente esiste. Per questo la fotografia ne è l’espressione. Un’espressione che lo rivela ma che allo stesso tempo cerca di trascenderlo.
Io m’affanno ancora nell’ inseguire l’umano, invischiato nelle passioni di quaggiù.
Stamane a un semaforo ho rivisto “i baci di molti anni fa”che tenevano in braccio una bimba dagli occhi blù, proprio come i colori di questa fotografia.
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