Varie
Berengo Gardin
Grazie a Riccardo Tenca che ha colto l’attimo, l’incontro con Gianni Berengo Gardin al quale ho regalato due miei libri ***
Un autore, Berengo Gardin, che senza peli sulla lingua e lontano da quella vis polemica che invece la fa da padrone oggi ha offerto una piccola grande lezione di umiltà a conclusione della serata sottolineando:-…non voglio essere definito un artista, sono solo un fotografo che racconta delle storie.
Ha sostenuto come sua consuetudine, un pensiero forte già a lungo declinato in interviste e documentari : l’importanza del punto di visuale, la piattezza dell’immagine digitale che ha l’unico pregio di poter innalzare gli ISO che ai suoi tempi si chiamavano DIN a livelli incredibili, il ruolo sociale della fotografia (l’importanza dell’Altro e la conoscenza di realtà diverse come il lavoro in combine con la Cerati nei manicomi nel 1968 per sostenere la legge Basaglia, la documentazione su gruppi ROM etc) l’opposizione alle stampe di grande formato che nell’ultimo ventennio sono cavallo di battaglia di galleristi e curatori (perdonate l’ardire ma ragionano da ARREDATORI D’INTERNI forse dimentichi delle ridotte misure di opere d’arte di tutti i tempi, penso ad esempio al 68 cm x 81 cm del Cristo del Mantegna).
Gianni Berengo Gardin, classe 1930, la tessa leva di mio padre.
Gente con “la buccia dura” !
Un autore, Berengo Gardin, che senza peli sulla lingua e lontano da quella vis polemica che invece la fa da padrone oggi ha offerto una piccola grande lezione di umiltà a conclusione della serata sottolineando:-…non voglio essere definito un artista, sono solo un fotografo che racconta delle storie.
Ha sostenuto come sua consuetudine, un pensiero forte già a lungo declinato in interviste e documentari : l’importanza del punto di visuale, la piattezza dell’immagine digitale che ha l’unico pregio di poter innalzare gli ISO che ai suoi tempi si chiamavano DIN a livelli incredibili, il ruolo sociale della fotografia (l’importanza dell’Altro e la conoscenza di realtà diverse come il lavoro in combine con la Cerati nei manicomi nel 1968 per sostenere la legge Basaglia, la documentazione su gruppi ROM etc) l’opposizione alle stampe di grande formato che nell’ultimo ventennio sono cavallo di battaglia di galleristi e curatori (perdonate l’ardire ma ragionano da ARREDATORI D’INTERNI forse dimentichi delle ridotte misure di opere d’arte di tutti i tempi, penso ad esempio al 68 cm x 81 cm del Cristo del Mantegna).
Gianni Berengo Gardin, classe 1930, la tessa leva di mio padre.
Gente con “la buccia dura” !
Ps: La dedica sui miei due testi era la seguente ” Tutto scattato in pellicola e stampato a mano da me…con affetto”.
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