Autori, Libri
Alviero e Elena
Elena Passini in Fallani e Alviero Fallani, l’ultima foto assieme…
Riordinando l’archivio nelle vacanze di Natale trovo quest’immagine. Ricordo quando li vidi andar sù per la stradina… Alviero oramai molto malato…aveva i giorni contati. Presi la macchina, poco importa che montasse la pellicola da 3200 asa e fossero le due di un pomeriggio d’estate. Questa foto era NECESSARIA per me…e parlava di VITA…e di AMORE….quell’amore che oggi …. sembra sempre più difficile e lontano.
“So che esiste…che è esistito… l’ho fotografato…”
Una fotografia per me… “deve” raccontare una storia…altrimenti resterà solo un mero esercizio estetico fine a sè stesso!
Mia zia Elena, oramai vedova, anziana e malata, mi riconosce e sorride in uno dei rari momenti di lucidità lasciatigli dalla malattia
Scelgo di accostare all’immagine questo testo di Ignazio Buttitta che ” s’ascolta e si racconta” in modo ancor più aperto….aprendo il campo di VISUALE!
Ascutami,
parru a tia stasira
e mi pari di parrari o munnu.
Ti vogghiu diri
di non lassàrimi sulu
nta sta strata longa
chi non finisci mai
ed havi i jorna curti.
Ti vogghiu diri
chi quattr’occhi vidinu megghiu,
chi miliuna d’occhi
vidinu chiù luntanu,
e chi lu pisu spartutu nte spaddi
è diventa leggìu.
Ti vogghiu diri
ca si t’appoji a mia
e io m appoju a tia
non putemu cadiri
mancu si lu furturati
nn’assicutanu a vintati.
L’aceddi volanu a sbardu,
cantanu a sbardu,
nu cantu sulu è lamentu
e mori’ntall’aria.
Non calari ]’occhì,
ti vogghiu amicu a tavula;
e non è vero mai’
ca si deversu di mia
c’allongu i vrazza
e ti chiamu: frati…
Traduzione
Ascoltami,
parlo a te stasera
e mi pare di parlare al mondo.
Ti voglio dire
di non lasciarmi solo
in questa strada lunga
che non finisce mai
e ha i giorni corti.
Ti voglio dire
che quattro occhi vedono meglio,
che milioni d’occhi
vedono più lontano,
e che il peso diviso sulle spalle
diventa leggero.
Ti voglio dire
che se ti appoggi a me
e io m’appoggio a te
non possiamo cadere
nemmeno se la bufera
c’insegue a ventate.
Gli uccelli volano a stormo,
cantano a stormo,
un canto solo è lamento
e muore nell’aria.
Non abbassare gli occhi,
ti voglio amico a tavola;
e non è vero mai
che sei diverso da me
che allungo le braccia
e ti chiamo fratello…
Ignazio Buttitta, poeta (Bagheria, 19 settembre 1899 – Bagheria, 5 aprile 1997)
La fotografia mi serve per RICORDARE e RICORDARMI . “Ricordare” è per VOI…cari amici, gentile pubblico…”Ricordarmi” è per me…”atto necessario per vivere con onestà e coerenza quella melodica malinconia che da sempre m’appartiene!
Alberto Terrile ( da un piovoso sabato d’inverno dell’anno duemilasedici)
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