Varie
Alice
Essere sospinti fuori delle linee dell’ordinaria percezione, ricevere, per qualche ora al di là del tempo, la manifestazione del mondo esterno e di quello interno, non come essi appaiono all’animale ossessionato dalle parole e dalle nozioni, ma come essi sono captati, direttamente e incondizionatamente, dall’Intelletto in Genere: questa è un’esperienza di valore inestimabile per chiunque, specie per l’intellettuale. (p.58) A Huxley “Le porte della percezione”
Quando ci sentiamo gli unici eredi dell’universo, quando “il mare scorre nelle nostre vene… e le stelle sono i nostri gioielli”, quando tutte le cose vengono percepite come infinite e sante, quali motivi possiamo avere di avidità o autoaffermazione, di inseguire il potere o le più fosche forme di piacere? I contemplativi non hanno probabilità di diventare speculatori, o mezzani o bevitori; in genere essi non predicano l’intolleranza, né fanno la guerra; e non trovano necessario derubare, truffare o opprimere i poveri.
Aldous Huxley, Le porte della percezione. Paradiso e Inferno, Oscar Mondadori, Milano 2005, p.34
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