Varie
Reportage di marina Rossi 2009
Il workshop DE NUDO / DE NATURA ovvero dell’arte dello stare insieme
L’attuale società è tenuta assieme da differenti forme di comunicazione tra le quali come ultime arrivate i social network , i blog per giungere alla tristezza della chat. I semiologi oggi, impiegano le loro qualità di disamina discutendo del significante nelle confezioni di detersivo mentre “la società dello spettacolo” profetizzata da Debord è il mondo e il “modo” in cui oggi, tutti noi viviamo. Il processo di trasformazione dei lavoratori in consumatori operato dal capitale si è definitivamente compiuto. Partiti politici in evidente crisi d’identità mischiano i loro colori sulla tavolozza dipingendo il quadro delle nostre vite. Vedo paesaggi sbilenchi , pennellate affrettate , mancanza di segno. Le nostre vite divengono poco a poco come quelle opere tanto raccomandate e promosse da certe aste televisive, una mezza bufala. La fretta è il boa constrictor che ci avvolge e lentamente ci soffoca. Per accelerare tutto, persino gli incontri tra anime, ma scendiamo per cortesia di livello e semplifichiamo anime con “corpi fisici dotati in optional di lusso di un pensiero parziale” è arrivato persino lo “Speed- dating” ovvero la modalità relazionale per avvicinare l’altro sesso con la logica dell’ipermercato: all’ingrosso. All’ingrosso non è all’ingresso. A voi le relative considerazioni. Alcuni anni fa, sdraiato in un prato osservavo i fiori di campo muoversi nel vento. Parevano ritagliati nella loro bellezza proprio su quel cielo azzurro che dà ospitalità alle nostre strisce chimiche e altri veleni. La natura riesce a rendere bella persino la sua stessa malattia. Da sognatore immaginai scuole all’aperto e professori che giocavano come fanciulli in un prato danzando con gli allievi, felici come i Wondervogel il movimento naturalista a cavallo tra il XIX e il XX secolo, gli antesignani europei del movimento hippy. In Finlandia come in Norvegia, prevalentemente al grande nord, i professori universitari invitano a casa i loro allievi, fanno grigliate nel verde bevendo assieme, discutendo vis a vis senza la barriera della cattedra dimostrando che l’arte di insegnare va di pari passo con l’arte di apprendere, gli uni dagli altri in un reciproco interscambio. La didattica non è un esercizio di potere, non è la palestra delle nostre frustrazioni dove “ignorare o bastonare ciò che non ci piace” ma è un luogo ideale di reciproca crescita, uno dei tanti che la vita ci propone. Sensibile alla terra e al territorio oramai da alcuni anni promuovo mostre nei boschi e nei prati, workshop creativi in natura. In queste occasioni quando ci si trova tutti riuniti attorno al fuoco per mangiare, oppure uno accanto all’altro in tenda o in camere da letto mai nominative, azzeriamo sebbene per pochi giorni quell’inutile processione dei poteri individuali. Le rispettive professioni scompaiono, siamo tutti eguali, bisognosi di gioia, di aiuto di luci buone per fotografare. Cambiano i nomi: “fotografare l’autunno” poi “the magic map” e recentemente “de nudo / de natura” ma la sostanza resta la stessa: ricominciare a stare assieme davvero.Ognuno porta il regalo più bello, la sua indole e la sua individualità e la mette a disposizione degli altri. La nostra mensa che pare povera è più ricca di molte altre!
La realizzazione di De nudo/De natura è stata curata da Alessandra Giacardi, Massimo Ferrando e Alberto Terrile.
Ringraziamo Christian Masuero per assistenza e Michela Ruisi per aver posato.
Faccio quindi mie e diffondo alcune dichiarazioni da “La carta di Arenzano Per la terra e per l’Uomo”: “l’enfatizzazione delle mirabilia tecniche e la presunta democraticità di un mondo dominato dalla scienza occidentale e dalla logica economica debbano cominciare a essere riconosciute come una mitologia tutta moderna, come espressioni di un provincialismo culturale pericoloso e intollerabile e, insieme, di un regime di pensiero troppo angusto e autoreferenziale per rispondere delle questioni epocali che incombono. Siamo convinti che il progresso, comunque lo si voglia concepire, sia qualcosa che non ha a che vedere con l’aumento della quantità di informazioni disponibili, magari in astratto, per via telematica, ma con la capacità che ha ciascuno di servirsi del sapere per orientarsi autonomamente nella vita e nel mondo.
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