Varie
PERCORSI MAGICI-LA STORIA
Il nostro mondo è un set nel quale vengono create in due minuti più immagini di quante non ne siano state prodotte nell’arte del ‘600 e ‘700. Cresciamo con le “rappresentazioni”, divenendo così impermeabili alla realtà visibile che viene costantemente mediata (quindi ricreata) attraverso l’immagine. Nella pratica potremmo dire che oggi guardiamo senza vedere. Il percorso percettivo che ho proposto intendeva sviluppare una differente sensibilità nei confronti del colore, intervenendo sull’accumulo di informazioni che occupano il nostro cervello. In pratica ho chiesto di andare alla ricerca del giallo ovunque questo si trovasse, focalizzando l’attenzione solo su questo colore. Come per magia è bastata la prima ora di questo esercizio d’attenzione per constatare che ”quel colore” si mostrava brillando più degli altri. L’operazione è stata ripetuta con altri tre colori: l’azzurro, il rosso e il nero. Il risultato che desideravo ottenere è stato raggiunto: i ragazzi hanno sperimentato interiormente un cambiamento in quella passeggiata di tre ore. La mostra che state per vedere è il risultato di quest’esperienza nell’ambito del corso base di fotografia. Ognuno ha contribuito nella misura di quelle che sono le sue capacità. Chi guarderà queste immagini unicamente da un punto di vista estetico cadrà nel tranello del guardare senza “vedere”.
Alberto Terrile
3 Comments
utente anonimo
Ci ha subito colpito il lavoro di Alberto sui PERCORSI MAGIGI perché è evidentemente una idea forte.
Una idea semplice con una potenzialità di ricerca infinita che ha trovato espressione nelle foto dei suoi allievi sempre straordinariamente attente e intelligenti, mai banali, sempre pronte a vivere di nuova vita nel percorso con altre immagini (perché percorso è spazio e tempo, lontananza e vicinanza), colloquiando con un linguaggio comune costruendo la molteplicità del reale.
Solo le forme semplici sono forme primarie (piramide, cubo…) e solo le idee semplici possono assumere il valore di idee primarie che si collocano oltre l’evento, oltre il momento (storico), al di là dei “tagli culturali” per generare altre idee.
E poi i percorsi creano mappe e le mappe servono per memorizzare, capire, orientarsi.
Le mappe più interessanti sono le mappe mentali che quando diventano percorsi magici ci auguriamo possano essere i percorsi di una vita… forse come quella di Alberto.
Carlo e Paola
utente anonimo
La magia dei percorsi magici è quel filtro magico che si forma tra l’occhio e il cervello del fotografo per scegliere e fissare frammenti di realtà che gli consentono di porgere all’osservatore immagini selezionate dal labirinto caotico della città, restituite lungo il filo di Arianna che Alberto Terrile ha offerto ai suoi studenti.
paola bersi
Margite
Salve, Alberto.
Ho letto e visto questo post composito, a più voci, e mi ha convinto e commosso (non dico mai, o quasi, ‘mi piace’, ‘non mi piace’).
Grazie. Anche ai tuoi allievi, e ai tuoi co-autori librari.
Buona serata.
Pasquale Misuraca (Margite)