Varie
Una delle mie immagini del calendario/antologia poetica Boschi di Parole
Dicembre
Noi siamo la tempesta e l’arcobaleno delle nostre vite….nessuno deve essere il nostro astro…e nessuno deve farsi satellite.
Ho reagito al dolore con l’azione. Il dolore intimo più di quello fisico può paralizzare. Ho meditato con attenzione le scene della mia vita più recente, con profondità e sentimento…poi ho aperto le porte alla rivelazione. Ho aperto le chiuse di un cuore che ancora pulsava . L’ho adornato con piante selvatiche e bacche raccolte nel cammino.
La neve ha trattenuto i miei passi sino a Primavera poi li ha offerti in sacrificio al sole.
La neve ha trattenuto i miei passi sino a Primavera poi li ha offerti in sacrificio al sole.
8 Comments
utente anonimo
anche oggi continuo il mio giro per augurare buone feste a tutti gli autori dei blog che riesco a visitare, dato che tra qualche giorno mi assenterò per le festività. Ciao da Maria
albertoterrile
“… Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell’Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposteche sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire. L’inverno scorso davanti al mio rifugio passò un vecchio sanyasin vestito d’arancione. Era accompagnato da un discepolo, anche lui un rinunciatario.«Dove andate, Maharaj?» gli chiesi. «A cercare dio», rispose,come fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Io ci vengo, come questa volta, a cercare di mettere un po’ d’ordine nella mia testa.Le impressioni degli ultimi mesi sono state fortissime e prima di ripartire, di « scendere in pianura» di nuovo, ho bisogno di silenzio. Solo così può capitare di sentire la voce che sa, la voce che parla dentro di noi.Forse è solo la voce del buon senso, ma è una voce vera. Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendono ancora più vivo. L’esistenza qui è semplicissima. Scrivo seduto sul pavimento di legno,un pannello solare alimenta il mio piccolo computer; uso l’acqua di una sorgente a cui si abbeverano gli animali del bosco- a volte anche un leopardo – faccio cuocere riso e verdure su una bombola a gas, attento a non buttar via il fiammifero usato.Qui tutto è all’osso, non ci sono sprechi presto si impara a ridare valore ad ogni piccola cosa. La semplicità è un enorme aiuto nel fare ordine…”
di TIZIANO TERZANI
keishia
E’ bella, tanto bella quella frase… felice di trovarla qui Alberto… Un abbraccio stretto stretto
Francy
irazoqui
sì. tra te e terzani c’è qualcosa di comune. terra, dolore, ricerca.
irazoqui
“morte non mi ghermire ma da lontano annunciati come l’estrema delle mie abitudini” (cardarelli)
suryamukhi
Grazie Alberto per aver ricordato un uomo che ispira molti dei miei comportamenti e del mio agire, anche se sono molto molto lontana dai suoi risultati.
Un abbraccio cosmico
suryamukhi
…e che dire della foto??
ci farei un tuffo in quella neve soffice e spumosa e si sente pure il freddo suo tocco!
albertoterrile
Altra cosa, forse la più appariscente per chi mi conosce e frequenta, in comune con Terzani il vizio/pregio di dire esattamente ciò che si pensa,lontani da metafore e parafrasi e da ogni forma di schieramento.