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Posted on 19/08/2014 at 09:09 by Alberto Terrile
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9 Comments
Samantha
Quindi nn potrei dire che la prima delle tre foto sembra raccontare la storia di un albero solitario, che si diverte a dialogare con ereciti d nuvole, fuggitive, che anche lui si sente in fondo una nuvola ma con solide radici.. Grazie x le tue foto..nn aggiungo altro!!!
klaus
fa sempre piacere leggerti e guardare le tue foto, albe
saluti dal Canada orientale!
k.
danilo
anche specchiarsi nel cielo…..e dire ma quanto son bello sorridere e sgranchirsi le radici……
albertoterrile
@Samantha // Bella la storia dell’albero che vuol farsi nube e volare nel cielo ma deve accettare di restare a terra. In fondo, a ben guardare, racconto una storia vicina ai miei Angeli di pochissimo staccati dal suolo e la loro malinconia per l’umano. Narro il mio piccolo mondo di figure lievi. Cerco leggerezza e guardo in alto da tanti anni. Amo alberi, nubi, cieli e quegli elementi che sono figure archetipe dell’immaginario del bambino intento con le matite a tracciare disegni . Contengo quel bambino che biologicamente sono stato. Ricordo perfettamente, avevo si e nò quattro anni, mia madre che dovendo partire mi lasciò alla zia e il mio dolore per questa separazione, riconosco quel dispiacere come un seme importante del bambino con lo sguardo rivolto verso il tramonto sulla collina….piangevo verso un infinito che credevo contenesse un Dio capace di farla tornare indietro subito, di materializzarla lì. Quando sei piccolo e in formazione tutto è materiale per il tuo essere in costruzione. Ho rivissuto poi nel tempo a venire quel trauma con alcuni amori che ho visto andar via, figure femminili che si allontanavano da me, ognuna aveva un suo buon motivo…mentre mia madre in realtà doveva solamente tornare a Genova per questioni famigliari…ma è tardi oggi per spiegare a quel bimbetto riccioluto impastato di lampi di gioia e di malinconiche fantasie che non era stato abbandonato.
Su quella collina dove speravo che un Dio/mago materializzasse la figura materna torno ancora oggi a fotografare persone e fiori di campo, a leggere un libro, ci porto persino gli allievi con i workshop d’autunno, nessuno conosce la storia che qui sto raccontando….la storia di quella collina chiamata monte vacca, perché le mucche che andavano al pascolo libere finivano lì.
In realtà l’incipit del post era in relazione all’oggi e al fatto che le masse stanno abusando di immagini e parole. Basta aprire un social network per avvertire lo strepitare di tutti verso tutto, la pioggia di foto ( mediamente brutte, spesso volgari, reiterate e derivative) che sgorgano da ogni diavoleria oggi possa produrre FOTOGRAFIA. Quando scrivo queste genere di cose sono mosso dall’AMORE VERO PER LA FOTOGRAFIA.
Grazie per il commento!
Antonio
Perché condanni il fatto che la gente pubblichi foto? Ci sono i mezzi, ci hanno dato un palco su cui salire, poter fare, e poter dire….. Essere protagonisti ed esserci. È un nuovo mondo.
albertoterrile
Ciao Antonio, in primis NOTO…e più che condannare invito A RIFLETTERE … circa la sovrabbondanza di IMMAGINI/TESTI avendo anche un ruolo di DIDATTA . Nel NUOVO MONDO in tre secondi si REALIZZANO E METTONO IN RETE più immagini di quante prodotte dall’arte del 600 e 700. Purtroppo proprio per ESSERE PROTAGONISTI…si lanciano nell’etere molte cose… spesso tristemente viete,derivative quando non banali. Citazioni copia & incolla, spesso senza indicare la fonte…lo stesso dicasi per le immagini. Insegnando prendo atto del CROLLO DELLE CAPACITA’ DI MANTENERE L’ATTENZIONE su un argomento e SVILUPPARLO perchè secondo le nuove regole andrebbe RISOLTO come una paginetta WEB con una FOTO GRANDE e una didascaliain un attimo. A mio parere SI CORRE TROPPO….e …ogni tanto si perde il controllo del mezzo. ;-)
Antonio
Ho letto recentemente ” i barbari ” di Baricco. È sto leggendo in questo momento ” togliamo il disturbo ” di Paola Mastrocola.. Libri che parlano principalmente dei cambiamenti. Ho quasi 48 anni, e volente o nolente, se ci rifletto, faccio parte anch’ io del cambiamento. Difficile starne fuori.
Ci hanno messo a disposizione Social network … Blog ..Ci hanno dato la possibilità di entrare in tv ( Hai notato che dopo aver fatto il grande fratello diventi ospite opinionista? ). È questo il nuovo mondo… O meglio, una parte del nuovo mondo.
Venendo in particolare alla fotografia, è una passione che ho da ragazzo, poi sospesa per tanti anni ,ed ora, rispolverata comprando una reflex digitale …. Posto le mie foto su Facebook o su flickr… Ho un sacco di complimenti dagli amici e tutti mi dicono che dovrei farne una professione. Detto questo, ti dico che posto le foto senza velleità … Penso di conoscere il percorso e la fatica di un professionista ( ho da esempio la mia professione ) e di averne assolutamente il rispetto. Ho un amico che fa il fotografo da 30 anni e quando vede le mie foto …sorride, non mi dice che sono bravo e mi consiglia di fare un corso. L’ unica cosa che mi invidia è la possibilità di far foto per hobby svincolato da una professione. Ed in effetti il mio è, e rimane, un hobby.
Ho risposto al tuo post perchè ero curioso di sapere se anche tu, come tanti, sentite minacciata la vostra arte da questa massificazione. Noto anch’ io il fenomeno… Come dice Baricco: ” la velocità è nemica della profondità ” ma magari c’è anche qualcosa di buono.
PS: mi piacerebbe fare un corso. Ma sono a Milano per lavoro tutta la settimana.
albertoterrile
La massificazione più che minacciare l’arte crea un nuovo gusto che mi permetto di definire spesso triviale.HDR come se piovesse ( imparare a esporre o usare il sistema zonale?) e altri escamotages ….livelli colore enfatizzati…e via dicendo. Più che l’arte questa democratica rivoluzione digitale sta distruggendo la professione di chi fotografa per lavoro. In tal senso ho cambiato assetto in tempi non sospetti (1996) iniziando a insegnare (proprio da Baricco alla HOLDEN…avevo un corso L’EIMMAGINE CHE RACCONTA). L’evoluzione tecnologica ha portato democraticamente a tutti attraverso la tecnologia digitale LA FOTOGRAFIA. Alle pellicole e bacinelle piene di acidi si sono affiancano gli hard disk e i programmi di fotoritocco. Il compito di chi oggi realizza le immagini resta però sempre lo stesso: congelare l’attimo e scrivere una storia degli sguardi, fatta di scatti infiniti ben descritta da Italo Calvino ne “L’avventura di un fotografo” per cui «la fotografia ha senso solo se esaurisce tutte le immagini possibili». Per farne reale pratica oltre alla conoscenza delle regole (l’esposizione, la profondità di campo, la messa a fuoco etc) occorre iniziare a maturare un linguaggio che nel tempo potrà generare “ un modo di vedere e trasformare il visibile”. Attraverso l’analisi e la lettura delle opere di grandi autori della STORIA DELLA FOTOGRAFIA avvicineremo i segreti della composizione capendo come debbano questi debbano servire IL SIGNIFICATO La fotografia è un linguaggio con una sua sintassi che a distanza di quasi due secoli racconta ai posteri chi siamo .
Sono in prima linea da anni quindi….i.ma consultandomi un pò con amici disseminati in giro per il mondo… sto raccogliendo notizie NON CONFORTANTI sullo stato di salute della fotografia FINE ART. Da sapere ad esempio che alla N York Film Academy sezione FOTOGRAFIA fanno lavorare SOLO IN ANALOGICO. L’Italia purtroppo ha una PESSIMA CONOSCENZA DELLA CULTURA FOTOGRAFICA rispetto a altri paesi. Quando è venuto a GENOVA Ferdinando Scianna a incontrare e presentare un libro avrà fatto si e no 40 persone…e 16 le portai io….ecco SCIANNA è uno dei maestri italiani da STUDIARE e ASCOLTARE…in grado in maniera chiara e discorsiva di fare realmente FILOSOFIA DELL’IMMAGINE….non posso dire altrettanto di altri grossi nomi….ascoltati dal vivo. Bellissime le lezioni UNIVERSITARIE di GHIRRI uscite recentemente editate e raccolte! ;-)
Antonio
Grazie.