Varie
Posted on 19/04/2008 at 20:49 by Alberto Terrile
/ 6 Comments
STAGIONI
Coppie di amanti bisbigliano in campi di grano
sembra un ritmo nel calare della sera.
…è il ricordo di giovani estati
Oggi quelle stagioni
bruciano
come ragadi al cuore.
Leave a reply Annulla risposta
Cerca
Articoli recenti
Categorie
- A mia Madre
- Amore
- Angeli
- Arte
- Autori
- copertine
- Corsi
- Didattica
- Esercizi
- Eventi
- Favole morali
- Fotografia di Scena
- Interviste
- La storia delle mani
- Libri
- mitografia del quotidiano
- Mostre
- Musiche
- Natura
- nudo
- Phonegrafia
- Riflessioni fotografiche
- Riposizionare Fotografia
- Ritratti
- Senza Categoria
- Sulla fede
- Varie
- Video
- workshop fotografico
Tag
Alberto Terrile
Alberto Terrile e la natura
Alberto Terrile fine art photographer
Alberto Terrile fotografo
Alberto Terrile storyteller
Alberto Terrrile fotografo
AliceBaiardi Accademia Ligustica di Belle Arti
Alice Baiardi incisioni
Amore
Angeli
Appennino toscoemiliano
Claudio Rocchi
Claudio Rocchi e Alberto Terrile
Corsi di Fotografia
Corsi fotografia di Alberto Terrile
Corso Base di Fotografia
David Crosby
didattica
Empatia
foto di Angeli
Foto di scena
Fotografare la scena
Fotografia
Fotografia creativa
FOTOGRAFIA DI SCENA
Fotografia di viaggio
Fotografi creativi
Foto natura
Foto sul palco
Incisioni
invecchiamento attivo
Iola
Iola di Montese
La sensibilità in fotografia non è solo una questione di ISO
Louise Read
Melancolia
Morte
Rayographs Terrile
RSA
Storia della fotografia
Terrile
Vecchiaia e poesia
Visionarietà
Walt Withman citato
Zodiaco Pesci
6 Comments
harambee
il fuoco
sacro
non
ha
stagione
:-)
utente anonimo
bellissimo ” come ragadi al cuore “..
come stai giampino ?
ti ho pensato, ero a genova, ma talmente assorbita dai mugugni della nostra città-madre-parente che non t’ho chiamato, sei guarito?
Io quelle ragadi ce l’ho ormai talmente profonde che fungono da sentiero nel mio muscolo cardiaco..
mariatelodicevo
albertoterrile
Cara Maria,
chiedi come sto, ma dovrebbe essere il contrario.Oggi forse ci si sente così mi dici meglio di queste nuove suppposizioni mediche circa la tua salute.
Il giorno in cui s’aprirà il mio “pentolone” credo che sarà un bel casino, perchè se è vero che “somatizziamo” non m’aspetto per certo di percorrere un viale tra filari di fiori bianchi….la mia energia è di nervi sai?Un giorno finirà.
L’essere umano è incapace di vegliare sulla “creazione” di cui è parte. Mi sento giardiniere inesperto….i miei bocci parevano un buon innesto….ma manca sempre qualcosa alla terra….a volte azoto, altre invece l’acqua. Non sono un buon custode di me stesso e ne sono conscio. Il vento soffia e scompiglia le carte…
…a volte credi di edificare, compi il gesto ma poi t’accorgi che il suolo “non è pari” come diceva mia nonna ( non è a livello, piatto…in bolla…) ed ora la costruzione pende: i piatti scivolano dal tavolo, cadono e il cibo si sparge a terra. Chi siede alla mensa deve raddrizzare l’orizzonte piegando verso l’altro lato…per compensare ed io non posso obbligare chi invito da me a stare metaforicamente storto. Non posso deformare la postura altrui perchè è storto il mio mondo.
Allora che fai? Ti ritiri…cerchi solitudine e “ricordi il bisbigliare che s’alza dai campi l’estate”…perchè è nella mia natura farlo.
Come mitografo istantaneo attraverso l’inquadratura assegno “il mio ordine” alle cose del mondo” consegnando il veduto al racconto…. questo ho scritto circa il mio modo a procedere…questo è anche l’ingrediente del mio vivere… MI RACCONTO E FACCIO UN RACCONTO DI TUTTO CIO’ CHE SUCCEDE…mitografia del quotidiano, perchè in fin dei conti non ho mai amato troppo “l’ordine naturale delle cose” e con i balocchi del pensiero l’ho alterato e deformato…poi pago rientrando alla realtà, prendendo distanza dal sogno e….s’apre il tempo del ricordo e allora senti che il torrente che scende a valle s’ingrossa e diventa fiume. L’acqua trasporta i ciotoli, li fà sbattere su ciò che incontra…crea schizzi che se visti controluce paiono schegge di gemme….ma è solo acqua, che bagna le vesti, così come le lacrime che rigano il volto.
utente anonimo
ecco..forse anchio non sono mai stata “in bolla ”
:-)
ti adoro giampino, che te lo dico a fà!!
mariatelodicevo
gioeco
In effetti quel “come ragadi al cuore” è bello ma mi fa anche senso e forse sta qui il motivo del suo utilizzo ;+))
Del resto mutui una parola spesso utilizzata e tenuta nascosta nelle parti basse ;+))))
Quando scrivi:
“poi t’accorgi che il suolo “non è pari” come diceva mia nonna ( non è a livello, piatto…in bolla…) ed ora la costruzione pende: i piatti scivolano dal tavolo, cadono e il cibo si sparge a terra. Chi siede alla mensa deve raddrizzare l’orizzonte piegando verso l’altro lato…per compensare ed io non posso obbligare chi invito da me a stare metaforicamente storto. Non posso deformare la postura altrui perchè è storto il mio mondo.”
Tutto sta a scegliere piatti infrangibili e se sono introvabili va da sè che nessuno ci può impedire di costruirli.
E poi vogliamo mettere la leggerezza nella caduta dei piatti di plastica.
Piatti che potrebbero essere tranquillamente espressione di un sentire che non si rompe mai ma a torto o ragione si ripercuote dentro l’animo.
Cade, si fa raccogliere, si taglia e se sì ti può anche ferire ma, ancor più, non è biodegradabile.
Del cibo ?
Ma “chissenefrega” cotto un cibo se ne può cuocere benissimo un altro ;+))
Quando il tavolo non si pareggia col pavimento ringrazio d’aver conosciuto i pregi di una “zeppa”.
E se posso dirti tutto, caro Alberto, le zeppe possono tranquillamente e metaforicamente essere tutte quelle persone che hanno piacere di condividere e condividersi, magari firmandosi, in segno di stima ed affetto.
A dire il vero mi porto sempre dietro nella tasca dei pezzetti di carta.
Quei pezzetti di carta che non ho il coraggio di buttare per terra solo perchè non c’è in giro nemmeno un cestino.
Anche quei pezzettini in fondo, nel mondo storto in cui viviamo possono ritornare utili per tentare di raddrizzare ciò che anche solo apparentemente può apparirci tutt’altro che dritto.
Quanto all’orizzonte si può sempre farne una fotografia per poi trasformarla in quadro, appenderla e “taroccare” la pendenza che potrebbe anche essere aggiustata a monte mettendo una “zeppa” sotto la casa.
Non so se hai fatto caso mai che nei film di batman, i cattivi hanno sempre l’inquadratura in pendenza.
C’è un di più….. la pendenza è verso il basso….
Automaticamente ti posso escludere il fatto che tu sia un cattivo in questo tuo naturale pendere….
Probabilmente non te ne rendi conto ma tranquillamente e con certezza matematica ti posso dire che le tue scene pendono sempre verso l’alto ;+))
Cordial-mente
Giovanni
utente anonimo
beh che dire? mitico Gioeco..da domani piatti di carta a manetta che fluttuano disegnando ghirigori davanti ai nostri occhi stupìti di fronte a tanta grazia!
mariatelodicevo
:-)