Varie
Senza parole
Posted on 01/10/2013 at 15:21 by Alberto Terrile
/ 6 Comments
Giardiniere, antifascista e pronto a dire tutto ciò che non gli andava a genio. Le brevi frequentazioni durante i miei set erano sempre condite dalle nostre chiacchere.
Aldo era molto simile nell’azzurro dello sguardo quanto nei toni franchi e sinceri a mio padre.
L’ennesima telefonata annuncia una scomparsa.
Resto così, ancora una volta, la sesta da maggio a oggi…senza parole.
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6 Comments
albertoterrile
Era un personaggio singolare, senza peli sulla lingua. Si fa presto a dire “caratteraccio” o “rompiballe” il fatto è che oggi LATITA LA PAZIENZA, manca ascolto e accoglienza dell’altro, predomina IL GIUDIZIO . Le persone le guardo negli occhi, le ascolto e mi sforzo (spesso con fatica) di NON INTERROMPERLE per dire la mia, per proiettare il mio ego attraverso consigli o sentenze. Fotografo i volti ..e il suo SGUARDO verso di me fu dolce….perchè gli davo l’importanza che chiedeva….desiderava SOLO essere ASCOLTATO.
cinzia
che volto bello, parlante, e commovente, anche di grande umanità
Debora
Caro Alberto sono Debora Freno la terapista occupazionale del Brignole dove hai prestato la tua opera e dove hai potuto conoscere il sig Parodi Romualdo. mi permetto di scriverti queste due righe in risposta al commento che io, così come altri miei colleghi, ho potuto leggere su un post che hai pubblicato su fb.voglio rendere pubblico questo commento esattamente come hai fatto te riguardo al signore che ho sopracitato ovvero Romualdo Parodi.hai eseguito un ottimo lavoro immortalando gli anziani dell’istituto Emanuele Brignole di Rivarolo che , anche se per poche ore, hanno potuto vivere sicuramente un momento diverso e ricco; hai allietato il loro viver quotidiano che ahimè spesso nasconde tanta amarezza e tristezza…ti voglio dire però e questo anche a nome di tutti i miei colleghi operatori socio sanitari, infermieri e fisioterapisti (e me ne assumo completamente la responsabilità),che il lavoro che ogni santissimo giorno portiamo avanti presso la suddetta struttura supera di gran lunga quella che te, come tante altre persone, può considerare una “semplice professionalità”. NOI abbiamo scelto questo lavoro perché siamo capaci più di altre persone forse di prestare aiuto e stare a “stretto contatto” con la sofferenza; le persone che parlano come te non hanno assolutamente la benché minima idea di cosa ciò rappresenti veramente…tu hai trascorso qualche ora con questo signore e con altri pazienti ma questo non ti da il diritto di giudicare l’operato di chi, ripeto, ogni santo giorno risponde all’appello e provvede alla cura, all’assistenza e ai bisogni di queste persone.il signore in questione che hai citato non si è fatto diciamo così tanto “amare” è non perché, caro Alberto, come hai detto tu (e cito le parole esattamente come le hai scritte) la pazienza latiti o perché manchi ascolto e accoglienza dell’altro facendo invece predominare il giudizio, ma perché probabilmente ci sono stati dei ‘problemi’ caratteriali da parte dello stesso paziente che alle volte non hanno permesso a NOI di avvicinarci e di avere un colloquio sereno diciamo così. Anche NOI Alberto guardiamo le persone negli occhi e non proiettiamo il nostro ego su di loro elargendo consigli o sentenze.mi sento profondamente offesa dalle tue parole perché sei tu che senza alcun titolo e senza cognizione di causa hai emesso sentenza e giudicato.ti pregherei la prossima volta di pensare bene prima di scrivere certe illazioni perché il lavoro da noi svolto ha un valore inestimabile e la tua professionalità non è di sicuro superiore alla NOSTRA…il nostro nome non comparirà nei giornali e non saremo forse conosciuti nell’ambiente come te ma credimi se ti dico che i nostri nomi, i nostri volti e soprattutto il nostro altruismo e la nostra SANA dedizione sono riconosciuti da questi stessi pazienti che chiedono di essere SOLO ASCOLTATI esattamente come hai detto te.
Sottolineo anche un’altra cosa importante ovvero che il signor Romualdo ha ricevuto da noi le stesse cure amorevoli che tutti gli anziani ricevono quotidianamente nella nostra struttura…anche noi diciamo ciao Aldo ma non con amarezza ma con l’affetto e la dedizione che abbiamo sempre garantito a tutti. Grazie dell’attenzione.debora freno
albertoterrile
Buongiorno Debora, Il mio discorso voleva essere era ben più ampio e non focalizzato come evidentemente pensate sulla struttura del Brignole o altre case d’accoglienza. Sono fermamente convinto che OGGI SI VADA DI FRETTA, SI VIVA PER L’EFFICENZA E IL PROFITTO PERSONALE E MANCHINO SEMPRE PIU’ CERTI ELEMENTARI VALORI UMANI VERSO IL PROSSIMO ( sia italiano che straniero,cristiano o d’altra confessione) e in tal senso DESIDERAVO ESPRIMERE LA MIA OPINIONE. Non conosco, certo a fondo come voi la realtà nella quale vivete quotidianamente ma dal 2009 interagisco “gratuitamente” con disabili psichici e fisici oltre che con gli anziani. Ho parlato di Romualdo perchè se ne è andato, mi è dispiaciuto molto e ho riguardato gli scatti trovando “sempre” questo sguardo benevolo e ho spiegato PERCHE’ USCIVA COSI’ dicendo che lo ascoltavo nelle sue lunghe e reiterate memorie. Era un modo per dire a chi legge e guarda le mie cose…PIU’ ASCOLTO dell’ALTRO, non costa tanto, basta sacrificare un pò del nostro tempo.Ho avuto purtroppo in famiglia casi simili e ho dovuto vivere personalmente le rabbie per una condizione di improvvisa disabilità sia motoria che mentale, vuoti di memoria e altro ancora, grida e rabbie di difficile gestibilità. Desideravo col mio scritto a partire da quest’evento luttuoso SENSIBILIZZARE …e NON ACCUSARE. Non sostengo che la mia professionalità sia superiore a quella di voi operatori e desidero AGGIUNGERE che…scrivendo “Fotografo i volti ..e il suo SGUARDO verso di me fu dolce….perchè gli davo l’importanza che chiedeva….desiderava SOLO essere ASCOLTATO” dico un’altra cosa ancora….ESISTE UN APPROCCIO FOTOGRAFICO CHE S’OCCUPA ANCHE DELL’ANIMA E DELLA VITA DELL’ALTRO e non solo di levigate superfici come oggi và per la maggiore, alludo a NATICHE/SENI/SORRISI. Spero di essere stato chiaro….il post giustamente era assai breve…sull’onda dell’emozione. Auguro a lei e a tutti gli operatori una buona giornata.
Boban
Due parole…Bravo Alberto… Grande personaggio del Sig. Parodi Romualdo… R.I.P… Le tue parole ci fanno sentirsi grandi nel nostro picollo di ogni giorno.. Grazie di cuore!!
Roberto Gabrielli
Mi trovo a leggere solo oggi i commenti a questo Post. Lessi il post a caldo ma non mi soffermai sul fatto che vi fossero stati dei commenti.
Mi permetto di osservare un piccolo particolare. Leggendo super partes, in ordine cronologico, i commenti presenti, non riesco a trovare un collegamento logico accusatorio tra il primo post del titolare del blog e l’accalorato commento della sig.ra Debora Freno.
La Sig.ra Freno parrebbe leggere chiaramente accuse alla struttura per la quale opera e spende altruisticamente le proprie energie; tuttavia tali accuse parrebbero, almeno a me, completamente assenti. Leggo anzi una chiara denuncia di un attitudine globale che purtroppo caratterizza i rapporti con le persone anziane, specialmente se malate. Troppo spesso per i “normali”, i malati divengono un peso del quale sbarazzarsi e dimenticarsi; e questo inevitabilmente scatena conseguenze ancor più negative, alle volte attive, altre volte passive, nei soggetti di tali malattie ed abbandoni.
Vedere il proprio corpo decadere, smarrire i ricordi e con essi le emozioni, sino ad un completo svuotamento della sostanza di cui è costruita la persona, ed al contempo osservare come il mondo esterno a sempre maggiore velocità si allontani, non può che dare reazioni negative estreme, implosive od esplosive.
Su questo chi, non curante, abbandona, dovrebbe maggiormente soffermarsi – che poi altro non è che ricordar a se stessi cosa significa Essere Umani, fragili vasi di emozioni che, prima o dopo, finiranno nelle situazioni dalle quali per fastidio o terrore, recalcitrano.
Non me ne si voglia, ma nella realtà moderna, soprattutto quella di internet, accendersi d’ira per un punto di vista su un episodio (che potrebbe essere limitato – non conoscendo tutti i fatti) e “sparare a zero” contro quacuno dando una visione distorta di una realtà differente, può facilmente divenire una gravissima diffamazione; talmente profonda ferita da incidere la reputazione morale, psicologica e commerciale di qualsi voglia individuo.
Vivendo in una società civile mi domando: non sarebbe più semplice ricercare un chiarimento privato, anzichè vomitare giudizi in pubblico?
E’ una questione di stile, educazione, razionalità e forma…
Anche perchè i possibili esiti di una discussione del genere, su questi toni, possono portare a due differenti opinioni: se le congetture espresse sono fondate e provabili possono portare giustamente a ragione; altrimenti, come in questo caso, dove non è evidente una causa prima scatenante chiaramente identificabile, si può giungere alla conclusione che chi, con sì tanta foga e con così poco freno, si slancia in un tanto caloroso attacco, possa agire per senso di colpa.
Ed a quel punto, l’effetto del proprio sfogo diverebbe un pericoloso boomerang.
Ma in questo caso voglio pensare si sia trattato di semplice inesperienza e di un abbaglio.