Varie
Come mi vedono gli altri…
Raimondo Motti Maggio 2013
L’apparecchio fotografico come una maschera, copre il volto e crea la giusta distanza tra l’occhio e quella realtà che la fotografia trasforma, tutto è possibile grazie a una visione interiorizzata e vicina all’Anima: guardare con il cuore le cose per poi “riscriverle” attraverso il proprio sguardo.
Quando fotografo cerco di cogliere l’essenza delle cose e delle persone attraverso le forme del mondo. Ciò che racconto è l’equilibrio tra l’apparire e l’essere, tra l’esterno e l’interno di ogni essere umano. (at)
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Alberto Terrile e’ un folletto. Ne sono certa. Converse bordeaux, jeans e camicia blu. Si muove nervoso, scattante mentre il respiro forte, profondo sembra voler tirar dentro nei polmoni tutta l’aria e la vita che ha intorno. Poi, sbuffa, rapido, e lascia andare. I capelli, ricci e ribelli, lo rispecchiano. E, poi, gli occhi. Due fessure di luce blu che guizzano, sornione, a voler catturare il mondo. Gran comunicatore, Alberto. Sa trasmettere, con ogni parola, la sua passione fotografica. In quei momenti, lo senti, presente, con tutto il suo essere. Ma non i suoi occhi. In perenne movimento, sono già lontani, ti scavalcano, quasi ti attraversano per cercare, al di la’, nuove visioni. Poi si volta, ti sfiora con lo sguardo e scoppia a ridere mentre racconta le sue avventure nel mondo reale. Alberto e’ un folletto bambino. Autoironico, gioviale, trasparente e creativo. Le emozioni sanno che troveranno un buon interlocutore e un ottimo custode. Potranno impressionare la sua pellicola di umano e risuonare nella vita attraverso di lui. Per un attimo, eccola…la malinconia che gli vela lo sguardo. Parla di amici che ora abitano il mondo dell’invisibile. “Non posso essere diverso da quello che sono.” Si alza dalla sedia, guardando nel viale, di fronte a se’. Sorride. “Vedi, la’ dietro, oltre quel cancello? Ho immortalato il mio ultimo Angelo” E poi, via, torna a giocare e a inseguire la vita.
Tanja Rosso
Reggio Emilia, 8 giugno 2013
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Loredana Settembrini
Mi riconosco e ritrovo nei ritratti fotografici qui sopra al pari di quelli fatti di parole. I miei occhi in perenne movimento, sempre alla ricerca di qualcosa nell’ altrove possono esser timorosi di posarsi più vicini su cose o persone che possono farci del male.
In me c’è un bambino cresciuto alla vita. Stamane scrivevo: Il tempo che decidiamo di destinare all’Altro ci viene dettato dal cuore. Possiamo passare sopra le cose come attraversarle. Ci si incontra dove altri si scontrano o si evitano. Gli incontri della vita nascono sotto stelle diverse e forse ognuno vorrebbe disegnarli alla sua maniera per render più bello il suo cielo.
Le parole che scrivo, come le foto che faccio vengono dal profondo…senza pretendere di esser tali ( profonde e fondanti).
E’ il mio intimo che si apre e abbraccia le persone che mi danno emozioni. Reagisco alla bellezza, all’intelligenza ,alla stupidità e alla grettezza perchè mi considero vero, autentico. Cerco nella naturalezza di potermi manifestare.
Prendersi troppo sul serio non è cosa sensata….
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