Angeli, Riposizionare Fotografia
LEVITARE NON E’ SALTARE
Il work in progress sul tema dell’Angelo dura da 31 anni e posso dirlo ha incantato veramente molti, fruttato tre libri, diverse mostre personali e collettive tra Berlino,Avignone,Milano, Parigi, Detroit,Toronto …
I conoscitori della Storia della Fotografia mi hanno sempre detto ti sei ispirato a Philippe Halsman ?
La risposta è stata : NI.
Concettualmente JUMP ha una direzione mentre NEL SEGNO DELL’ANGELO ne persegue un’altra.
1) JUMP
Una delle grandi invenzioni di Halsman fu la tecnica del jump, ovvero l’arte di ritrarre una persona saltando. Il jumping style fu inaugurato ufficialmente nel 1952, durante una sessione fotografica che doveva celebrare la famiglia Ford nel cinquantesimo anno di fondazione della loro azienda. Dopo aver trascorso molto tempo dinanzi a nove adulti tesi e ad undici bambini indisciplinati senza essere riuscito a ricavarne uno scatto discreto, Halsman propose loro di saltare riuscendo così a catturare un momento veramente spontaneo del clan Ford.
“Quando si chiede ad una persona di saltare, la sua attenzione è diretta all’atto del saltare e così la maschera cade, rendendo visibile la persona reale.” (Philippe Halsman)
2) NEL SEGNO DELL’ANGELO estratti dal 1 libro del 1998
Già da un po’ di tempo(, forse inconsapevolmente, realizzavo immagini legate alla gravità e alla sospensione, immagini che assunsero nel 1991 l’aspetto di figure sospese in aria.
Nel 1993 decisi che dovevano sembrare LEVITAZIONI
Noi vediamo dei corpi che si sollevano da terra come se si sprigionasse una forza dal basso verso l’alto, le persone sembrano sollevarsi, come se ci fosse una forza contraria alla gravità. E’ come se nell’immagine fotografica si potesse impressionare ciò che non è fotografabile, quel mondo che non appare agli occhi di chi è incarnato nello spazio e nel tempo.
La sospensione di un corpo, non visibile dall’occhio umano, è resa possibile dalla rapidità del tempo fotografico che congela la frazione di secondo in cui un corpo fisico, compiendo un salto, raggiunge un culmine nel quale resta sospeso, prima di ridiscendere verso il suolo assecondando la gravità.
Poeticamente, è come se, nell’immagine fotografica, si potesse impressionare ciò che non è FOTOGRAFABILE.
( Continua )
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