Ritratti
Enzo Motta
Quante storie e ricordi nell’anno 2011 assieme a un mio corso libero di Fotografia raccontammo le storie che Enzo “ La bocca del Lupo” come una matrioska conteneva.
Trent’anni di galera divisi in tre tranche, per diversi reati, tra i quali un conflitto a fuoco con la polizia. Enzo era arrivato a Genova molto piccolo da Catania col padre Pippo che vendeva accendini, sigarette di contrabbando e altri oggetti di dubbia legalità e che lo ha coinvolto fin da piccolo in quel traffico. Enzo è cresciuto in quell’ambiente povero, in cui si campava di espedienti, un mondo con le sue regole, fatto di miserie e nobiltà. Mentre scontava una delle condanne ha conosciuto in carcere Mary Monaco, transessuale tossicodipendente. La loro è diventata una forte e appassionata storia d’amore durata vent’anni. La trans, scontata la pena, ha rinunciato alla droga e ha atteso dieci anni il suo uomo, fino a quando Enzo non ha terminato la detenzione.
Il film, oltre a raccontare la storia di Enzo, oltre a parlare della profonda e appassionata storia d’amore tra lui e Mary, dolce e delicata, regala uno spaccato della città vecchia di qualche anno fa, per molti versi ancora uguale, per altri completamente cambiata. Mary morì subito dopo le riprese del film ed Enzo perse la casa perché era intestata alla sua compagna. Finì in strada a mendicare, contando solo sull’aiuto di qualche amico e di alcuni abitanti del centro storico che lo hanno aiutato.
Qualche anno dopo andò a fuoco anche la casa in cui era stato ospitato.
E’ stato un volto di una Genova già quasi del tutto scomparsa di cui scrivevo così…
Genova al di là delle facciate ripulite e delle piazze agghindate a festa per le campagne elettorali. Genova “non solo la città cantata da Caproni e da De Andrè”, trasfigurata dal verso e redenta nella parola. Genova città che si affaccia su un mare che non ha più lavoro. Cartolina sbiadita dal sole dell’indifferenza di chi dice di amarla.
Saliscendi di vie dove i dialetti e l’italiano vengono sovrascritti dal cinese, dal sudamericano e dal magrebino.
Come New York d’estate, Genova ha le fragranze nei luoghi più antichi, di orina, d’immondizia e del dolore degli ultimi.
Genova di notte si fa sempre più violenta per pochi euro, quanto basta per acquistare una dose, un orologio da mostrare o un telefono per chiamare il vicino e il lontano.
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