mitografia del quotidiano
I MALINCONICI
[ La presunzione è la nostra malattia naturale e originaria. L’uomo è la più infelice e la più fragile fra tutte le creature, e nello stesso tempo la più orgogliosa. Egli si vede e si sente abitare qui, nella melma e nello sterco del mondo, legato e incatenato alla peggiore, alla più morta e alla più imputridita parte dell’universo, nell’infimo piano dell’abitazione e nel più lontano dalla volta celeste, con gli animali della peggior condizione fra le tre ; e va a porsi con l’immaginazione sopra il cerchio della luna, mettendo il cielo sotto i piedi.
Attraverso la vanità di questa stessa immaginazione egli si eguaglia a Dio. ]
I malinconici sono persone le quali per il resto sono molto sagge e molto sensate, e dotate di una penetrazione e di una sagacia straordinarie, così Aristotele ha osservato giustamente che i malinconici hanno più spirito degli altri.
La malinconia è una follia senza febbre né furore, accompagnata da timore e da tristezza. Nella misura in cui è delirio – cioè rottura essenziale con la verità –, la sua origine risiede in un movimento disordinato degli spiriti e in uno stato difettoso del cervello; ma questo timore, questa inquietudine, che rendono i malinconici tristi e meticolosi, si possono spiegare coi soli movimenti? Può esserci una meccanica del timore e una circolazione degli spiriti che sia caratteristica della tristezza? La malinconia non può essere trattata come una paralisi, un’apoplessia, una vertigine o una convulsione. In fondo, non è neppure possibile analizzarla come una semplice demenza, benché il delirio malinconico supponga un certo disordine nel movimento degli spiriti.
Michel Foucault, da Storia della follia nell’età classica – traduzione di Franco Ferrucci
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