A mia Madre, mitografia del quotidiano
UN ANNO DOPO
Lo scorso Ferragosto Cristina mi portò da amici al lago.
Era la prima estate in cui non avrei raccontato al telefono a mia Madre come stava andando la vacanza e chiesto notizie di mio Padre.
Ieri sono tornato al Lago.
Ho ritrovato sorrisi e amicizia.
Ognuno portava in dote il “fardello” di un anno trascorso.
Un anno fatto di gioie e di dolori.
A volte soffriamo per ciò che ci accade e abbiamo l’impressione di esser i soli che stanno male.
Non è così.
Ho guardato il tramonto, tutto all’apparenza pareva intonso ma solo all’apparenza.
Le quercie si sono ammalate e moriranno come è accaduto a mio cognato Nico, a mio zio Cesare e a miliardi di altre persone al mondo.
La luce del tramonto mi ha ricordato la vastità del cosmo e l’infinita piccolezza di noi esseri umani.
Dovremmo imparare l’amore per le albe e i tramonti perchè contano i nostri giorni…
Grazie.
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