mitografia del quotidiano
Non posso essere l’uomo che vuoi che sia.
Amo la bellezza dell’imperfezione.
Contemplo il fremito ondeggiare della primula odorosa vicino alla terra dove è sepolta mia Madre.
Guardo con tenerezza le mie mani che con amore stendono una crema a base di zinco ossido sulla pelle del mio vecchio Padre.
Abito il mondo poeticamente come scrive Christian Bobin (le platrier siffleur).
Nel mio disorganico esistere mi è stato talvolta consigliato come migliorare dal punto di vista dell’essere umano appoggiandomi a
terapie e religioni.
Scusate ma…
Devo inciampare nelle mie mancanze, nelle ire improvvise, nella preghiera incessante.
Non posso essere l’uomo che vuoi che sia.
Me lo sono ripetuto infinite volte sino al punto d’ arrivare a crederci.
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