A mia Madre, Amore, mitografia del quotidiano
Contemplare la creazione
Spesso uso questo tipo di inquadratura per le mie immagini e spiego agli studenti che lo spazio che resta ,
quello non occupato dalla figura, particolarmente se non troppo definito, porta l’osservatore a completare
l’immagine.
Ognuno la arricchisce col suo vissuto, col suo mondo, con la sua fantasia.
Mia mamma amava contemplare la Creazione. Ogni volta che questo termine ricorre nei miei piccoli pensieri
avverto che la provenienza è materna e riferisce il suo trascorso di studiosa della Bibbia oltre che di
catechista.
Ricordo tutti i corsi d’ebraismo che seguiva. La sua libreria, a parte qualche romanzo, è composta quasi
esclusivamente di testi di teologia.
Se la vecchiaia le aveva sottratto un poco di forze, la pandemia l’aveva devastata.
Amava guardare fuori della finestra le tortore che venivano a mangiare sul terrazzo, il mutare dei colori
delle foglie del tiglio, i bambini che giocavano a pallone nel campo adiacente la Chiesa.
Pochi giorni fa era seduta come farebbe un uomo dinnanzi alla tele per seguire la sua squadra del cuore e
guardava la partita di calcio dei bambini.
So cosa vedeva. Non le azioni o il calcio d’angolo.
Guardava i bambini giocare, vedeva piccole vite nel loro farsi, pensava, lo so per certo, al loro futuro tra
un virus e una nuova variante e questo le dava pena.
Pregava molto, sempre per gli altri. Si svegliava più volte la notte e pregava e me lo raccontava.
Quando insonne io camminavo per Corso Europa alle 2 o alle 3 di notte perché i miei crucci dovevano
diluirsi e stemperarsi nel movimento non sono state poche le volte in cui ho visto la sua finestra
illuminata dalla luce della sua abat jour.
Ritratto della Mamma 15/07/2014 Iola Cà Guaiumi
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