Varie
Autoscatto Domenica 4 Marzo 2007
DIARIO EMILIANO PT 3
Un’altra domenica chino sul Mac con una tazza di tisana accerchiato dalle immagini che ho prodotto per l’editoria,per discografici e artisti,per i gioielli e per la catena di ristoranti, Ricevo un sms che mi comunica che il progetto Telethon per il quale ho creato un’ immagine ha vinto la freccia d’argento…..ma non è di questo che nutro il mio spirito, né gonfio il petto.
Mi hanno intervistato telefonicamente per Repubblica, chiedendomi di consigliare un libro ai lettori….consigli d’autore mi dicono…..ed io ho scelto”L’energia umana tra scienza e fede” di Pierre Teilhard de Chardin . Il capitolo “Il significato e il valore costruttivo della sofferenza” scritto nel 1933 mi è parso di grande chiarimento personale circa la posizione del malato che assieme al mistico occupa un ruolo importante nella costruzione spirituale del mondo. Per Natura la malattia tende invece a dar l’impressione che chi ne viene colpito divenga inutile, un peso, una figura marginale sulla terra. Non è questione di un credo determinato vedere nella malattia cresciuta e costruzione…..Terzani nel suo ultimo libro né dà una testimonianza precisa…..
Dicevo della meraviglia dell’errore in natura, di come suddetto errore al microscopio riveli la sua lussureggiante bellezza di primo acchito già nelle forme….sono convinto, non vogliatemene, che il cosmo non sia una polvere di elementi nel quale la Vita fiorisca come un accidente, come una muffa…..l’essere umano come chiave delle cose, come armonia ultima nella quale tutto assume un volto e trova una spiegazione, come proprietà sui generis del cosmo…..ma io non son filosofo,né mistico ,né scienziato….posso solo scegliere quelle parole e quel “senso” che avverto giusto intimamente al di là della limitatezza del mio pensiero….perchè in questo mi sento tanto,tanto piccolo.
Vado a vivere nelle intenzioni questa nuova giornata come un dono….questo mi propongo e non è detto io ci riesca……
2 Comments
willa
Una volta avevo letto una riflessione interessante, sulla malattia…. diceva che essa non è ne maschile ne femminile, è unica, come una divinità angelica, e una volta “uccisa”, non torna più…. e che bisognava riflettere, sull’umanità vera che si sprigiona accanto a una malattia, a come la nostra essenza vitale appare nella sua nudità…. la pietà (intesa come sentimento, la pietade), la disponibilità, il passare il limite della mente, o lo scappare, il giudizio, l’assenza…..
Ogni giorno, è una possibilità da non lasciarsi sfuggire, per creare se stessi :-)
Un bacio, Willa
utente anonimo
Suvvia, ti senti così piccolo da consigliare ai lettori di Repubblica la lettura di Pierre Teilhard de Chardin.
Complimenti per Telethon, ricordo bene l’espressione di quel bambino. Ti meriti tutto questo, noi lo gonfiamo per te il petto.
Ciao.
Giuliana