mitografia del quotidiano
Raccontare il tempo attuale
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Le immagini ( 1/2/3 ) sono state realizzate in pellicola durante un funerale a Pietracolora
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Le immagini ( 4/5/6/7 ) sono state realizzate in pellicola a Iola di Montese durante la processione del 16/8/2020
Faccio seguire una riflessione di David Grossman qui l’originale
David Grossman: «Il coronavirus ci farà rivedere le nostre priorità»
“Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.
L’epidemia da Covid-19 è più forte di qualsiasi nemico in carne e ossa che abbiamo affrontato o di qualsiasi supereroe che abbiamo mai immaginato o visto nei film.
Siamo sofisticati, computerizzati, equipaggiati con uno stuolo di armi, vaccinati, protetti dagli antibiotici ma di brutto sogno in brutto sogno sono gli uomini a passare…
Pensavano che tutto per loro fosse ancora possibile, il che presumeva che i flagelli fossero impossibili. Continuavano a fare affari, programmavano viaggi e avevano opinioni. Come avrebbero potuto pensare alla peste che sopprime il futuro?
Una certa percentuale della popolazione morirà. Negli Stati Uniti si parla di un milione di probabili decessi. La morte è tangibile.
Sulle prime hanno proclamato “cancelliamo i voli”. Poi hanno chiuso i bar, i teatri, gli asili, le scuole, le università. L’umanità spegne i suoi lampioni l’uno dopo l’altro.
Quando l’emergenza sarà finita ci sarà chi, per la prima volta si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi. Sugli amori che non ha osato amare. Sulla vita che non ha osato vivere. Uomini e donne si chiederanno perché sprecano l’esistenza in relazioni che provocano loro amarezza. Ci sarà forse chi si domanderà perché israeliani e palestinesi continuino a lottare a distruggersi la vita a vicenda da oltre un secolo, in una guerra che avrebbe potuto essere risolta da tempo.
Ci sarà forse chi, osservando gli effetti distorti della società del benessere, si sentirà nauseato e fulminato dalla banale, ingenua consapevolezza che è terribile che ci sia gente molto ricca e tanta altra molto povera. Che è terribile che in un mondo opulento e sazio non tutti i neonati abbiano le stesse opportunità. E forse anche i mass media, presenti in modo quasi totale nelle nostre vite e nella nostra epoca, si chiederanno con onestà quale ruolo abbiano giocato nel suscitare il generale senso di disgusto che provavamo prima dell’epidemia.”
3) Il punto di vista del filosofo Giorgio Agamben
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