mitografia del quotidiano
CODE WAR E ALTRE STORIE
25 /9/2020 Ginevra T Max 400
Andai a Code War perché in genere ci passo ogni anno.
https://www.instagram.com/codewar/
Andai a Code War perché era all’ Ospedale psichiatrico dove ho realizzato molti miei Angeli, lì ha soggiornato per alcuni anni il mio unico maestro , Stefano Grondona https://www.albertoterrile.it/project/stefano-grondona-e-lauto-abbandonata/ .
Quei luoghi li vivo dal 1988 e chi li ho frequentato s’è spostato in modo definitivo su altri piani consegnandosi all’invisibilità.
Non era un buon giorno quel Venerdì 25 settembre 2020, stavo impegnandomi perché non naufragasse del tutto nel lunario delle giornate sbagliate , custodivo in cuore molte brutte notizie.
Non avevo voglia di parlare con nessuno, limitai ogni mia risposta all’educazione che mi hanno insegnato in casa da bambino. Stavo su una panchina. Solo.
Ascoltai la musica, guardai le mostre, feci una sola fotografia a Ginevra, non c’era più luce e il tempo era ¼ di secondo, inquadrai, trattenni il respiro e feci scattare l’otturatore della mia fotocamera caricata con un rullo da 400.
Oggi più che mai quel luogo animato dal suono di energie giovani ha per me un soundtrack immaginario che aggiunge la traccia di quelle voci lontane, voci che mi sono appartenute.
Guardi le architetture dell’Ospedale e ritorni sui passi dei tuoi pensieri.
Scorrono sotto gli occhi filamenti di memoria, li diluisci con tempi diversi.
Rivedi giornate di luce e giornate di pioggia.
Sorridi da solo sotto una mascherina che devi indossare, pensi all’auto con il cameramen, l’intervistatrice e il sottoscritto che nel 98 per un’intervista passò i controlli senza chiedere il permesso al direttore, il compianto Gianfranco Vendemmiati.
Gianfranco si incazzò a morte. Era nel suo carattere.
Non ci beccò e anni dopo, regalandogli uno dei miei libri sugli Angeli con alcuni soggetti scattati “sempre di nascosto” nell’ Ospedale tra il 1994 e 1997 mostrai che anche alcune mie malefatte stavano girando il mondo.
Sono uno dei tanti autori che ha utilizzato creativamente quel luogo.
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