Varie
….perchè sei così malinconico?
Comunico attraverso l’immagine ( ma anche con la parola ) la mia attenzione per il mondo.Racconto con umiltà *** il rapporto di una piccola anima con l’universo. Non più giovane attante del visibile ma ancora stupefatto innanzi ai miracoli che la natura offre continuo a guardare tutto e provare meraviglia.
Dopo cinquantuno anni di vita e un pochino di analisi ( quella realizzata attraverso la fotografia unitamente a l’altra analisi, quella che si compie in uno studio) posso affermare di avere un animo assai sensibile. Ho coltivato e forse ho pure offerto troppe merende al fanciullo che c’è in me. Le gocce d’acqua sulle foglie dopo la pioggia sono ancor più belle delle perle che cingono delicatamente il collo della Principessa.
Quando difendo “l’immaginazione”, penso a quel patrimonio che ogni bambino possiede come eredità naturale, che troppo spesso “i grandi” rimproverano o trascurano ………..come in Germinal di George Russel dove l’autore immaginò un bambino che gioca nel crepuscolo, quel magico momento tra il giorno e la notte e i grandi lo chiamano, strappandolo al suo sogno. Il bambino sa che è nello spiraglio che c’è tra due opposti: il giorno e la notte, il si e il no, il qua e il là che “la realtà si svela”.
Gran parte del mio lavoro fa riferimento ad emozioni e stupori legati alla mia infanzia e adolescenza, momenti fondanti per la costruzione di un identità che le regole e i condizionamenti tendono a uniformare. Ibambini sono liberi, o perlomeno avvertono di poterlo essere, e nel contempo detengono già l’adulto che saranno, se lasciati liberi di assecondare entusiasmi e curiosità potranno di diritto arrogarsi nel futuro la qualifica di esseri umani, non cloni dei loro genitori o elementi di rivincita per gli stessi: esseri che colmano le lacune, i desideri inappagati.
Quando la mamma o la compagna mi richiamano, spesso con autorità ( la voce alta con quell’alone che profuma dl rimprovero) perché per loro “sto giocando”, “perdendo tempo”o facendo qualcosa dal quale si sentono escluse (o vogliono essere escluse) soffro come un animale ferito e braccato.
Non chiedo grandi cose, sono un piccolo essere che è capace di grande generosità nel darsi non solo nella parola ma anche nel poco che possiede, ma vi prego non alzate la voce, non ditemi ora basta…vieni qui…non è più l’ora…o “ci sono cose più importanti da fare”….perchè il piccolo mondo in cui abito non è composto di numeri che possono esser lasciati lì e ripresi qualche ora più tardi…è qualcosa di sfuggente,impalpabile, ve lo assicuro.
Tanti anni fa Anna Maria Farabbi, la poetessa mi chiese un testo per un libro. Era la prima volta in cui qualcuno che scrive e pubblica davvero mi domandava uno scritto e non una fotografia. Lavorai a lungo a quel testo. Sgorgò di getto, polla d’acqua dal suolo ma restò incompiuto nel suo finale per oltre un mese. La fine ( paradossale) non voleva arrivare. Un mattino alla porticina del mio cuore bussò timidamente qualcuno, erano le parole per quel “FINALE”…ma io avevo promesso una gita e ingenuamente ( egoisticamente) dissi:-Andate voi… ho trovato finalmente il modo per chiudere il testo per la Farabbi…forse questa volta riesco a finirlo!!!
Il lavorio che avevo dentro da tempo cercando le parole per dire ciò che sapevo ma non trovava l’abito forse stava per giungere a termine.
Nacque una discussione perché avevo promesso la gita, perché quel modo di agire era egoista e irrispettoso. Restai fermo sulla mia posizione, indossai la coroncina dell’egoista più stronzo del creato e terminai lo scritto con lo stomaco contratto per il dispiacere.
Questa situazione con modalità diverse si è poi ripetuta negli anni. Non è semplice sapete andare in giro con uno che all’improvviso ferma l’auto perché chissà cosa ha visto…scende e fotografa come fosse posseduto da un sortilegio. Credo che quest’immagine puntualizzi le dinamiche dell’ispirazione, per chi crede esista.
A mali estremi, a quanto pare …estremi rimedi : “La solitudine”. Giro da solo, scrivo da solo, vivo da solo. Ero piccolissimo quando scoprii che cosa era l’ispirazione…..un refolo d’aria che arriva e scompare….
Pour finir :- Perché sei così malinconico Alberto?
…. per indole certamente ma anche perché….per poter servire la creatività vivo da solo…
Faccio seguire i miei piccoli stupori di ieri nel bosco, poco prima che arrivasse la sera
***poco presente a kermesse fotografiche, inaugurazioni, convegni etc
2 Comments
pupella aprile
Ecco, la malinconia di rimanere solo per essere veramente libero e insieme il desiderio dell ‘altro, della sua vitalità e del suo affetto.io sono una persona allegra, nonostante una difficile quotidianità, sto con i bambini che mi fanno stare bene e penso che insegnare sia il mestiere più bello
del mondo.amo la solitudine che non mi crea malinconia.le tue foto sono una meraviglia!
albertoterrile
Una mia prof che era solita richiamarmi all’attenzione in classe che perdevo ( ecco perchè insegno in modo non canonico…perchè stiano attenti e si divertano) tanti anni dopo mi disse:- Ho capito a cosa pensavi. Credo di aver diritto a un POST nobel alla carriera (ironico)….perchè dopo che ho fatto la mia fotina o scritto la frasetta per il libro…spesso mi rinnovano che sia stato capace di raccontare attraverso la semplicità qualcosa che dà emozione. Quei fiori sembrava avvertissero quel mio stato di tristezza profonda….brillavano di luce in un bosco prossimo all’oscurità e sembrava volessero richiamare la mia attenzione sulla bellezza del creato. Alla loro vista ho iniziato a pensare:- come rendere tanta bellezza? Poi come sempre accade….ho lasciato che i pensieri dell’uomo scivolassero via e ho inquadrato. Succede sempre la stessa cosa….l’immagine si compone magicamente in quel rettangolo senza che io faccia assurdi calcoli sulla legge dei terzi,il grigio medio e tutto il ciarpame proprio della tecnica fotografica. Ascolto i ricci cadere dagli alberi come una persona che mi parla. Nessuna differenza da parte mia. Fortunatamente il linguaggio dei fiori e dei frutti non ha la struttura linguistica degli umani che cominciano le frasi con IO. Per essere veramente libero di dire sto da solo. A volte è una gran pena, un tempo non era così. Dopo certe cure mediche pesanti fatte tra il 2009 e il 2010, la perdita di un carissimo amico cui ho dedicato il mio ultimo libro SOUS LE SIGNE DE L’ANGE e la chiusura di una relazione importante tutto è cambiato. La sensibilità si è accentuata e con lei la melancolia. Accetto tutto questo e spero col tempo di riuscire a maneggiare meglio certi stati della mente….nella speranza di non consumarmi troppo…questa sensazione è tangibile e nulla ha a che vedere con l’invecchiamento….grazie per i complimenti relativi a queste fotografie che hanno compiuto poche ore fa “un giorno”.