Riflessioni fotografiche
LA STRANA STORIA DEI SENI DEL GIOVIN TERRILE E LA PUBBLICAZIONE ANNI DOPO SU BLUE
copertina del numero
NON MI ROMPETE 1986
TETTE FIGA & CULO 1986
Negli anni ottanta, precisamente nel 1986 realizzai due TRITTICI in pellicola usando il seno di due diverse amiche.
Il mio intento di giovane fotografo di 24 anni era ironizzare sullo stereotipo dei seni che a quel tempo vedevano il fiorire della chirurgia estetica e si presentavano come oggetti sconosciuti.
Nel primo “NON MI ROMPETE 1986 ” questi seni vessati di parole, di aspettative, liberi di ondeggiare sotto t.shirt nei 60/70 e ora costretti da reggiseni di due misure subiranno una “trasformazione” divenendo un rimando ai testicoli e all’espressione gergale MI AVETE ROTTO I …
Il secondo trittico , che chiamai senza vergogna TETTE-FIGA-CULO 1986 giocava su una prerogativa fotografica, il punto di visuale e la manipolazione per fingere d’esser altro ancora. Usai un’amica che da poco aveva partorito e si fidava delle mie capacità fotografiche che non l’avrebbero svilita o portata ad essere un banale oggetto del desiderio. Lavorai pertanto con entrambe le persone condividendo ironia e progettualità, cosa per me rara visto che fotograficamente improvviso e non lavoro mai su un Layout.
Feci una mostra proprio nel 1986 , la mia prima piccola personale allo PSYCO CLUB, chiamata LA MORTE PIATTA e venni immediatamente tacciato da una spettatrice di maschilismo, di uso improprio del corpo femminile non volto a valorizzare semmai a punire distorcere evocando persino violenza verso l’anatomia.
Era un’altra epoca e mi difesi presentando all’incazzata “donna” la ragazza che aveva interpretato il primo trittico che candidamente disse:- Guardi, non c’è stata proprio nessuna violenza semmai molta ironia e abbiamo studiato un po’ e assieme come realizzarle perché il risultato fosse plausibile e funzionale.
Molti anni dopo, leggendo un saggio sull’Arte Contemporanea scoprii un’autrice Dorota Sadowska che facendo la stessa cosa veniva giudicata diversamente e i termini scomodati erano DEMISTIFICAZIONE E ASTRAZIONE .
Questa storia mostra che le cose cambiano a seconda del nome che gli dai, ma rimarcano anche una discriminazione che ho vissuto personalmente .
Credetemi non tutti i maschi vivono e pensano il corpo femminile come un oggetto da possedere e vessare.
11 Luglio 2020
One Comment
Diego
«Nulla è più anarchico del potere, il potere fa praticamente ciò che vuole. E ciò che il potere vuole è completamente arbitrario o dettato da sua necessità di carattere economico, che sfugge alle logiche razionali. Io detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi, reali, precedenti. Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico, cioè la nostra industria italiana pluri-nazionale e anche quella nazionale degli industrialotti, voleva che gli italiani consumassero in un certo modo, un certo tipo di merce, e per consumarlo dovevano realizzare un nuovo modello umano». (Pier Paolo Pasolini)