mitografia del quotidiano
15 anni dopo
Ieri , a 15 anni dalla morte, sono entrato nella casa dove viveva mia nonna materna .
E’ stata data una rinfrescata alla casa, sono state ridipinte le pareti e levate le vecchie tappezzerie ma la disposizione dei mobili, gli oggetti d’affezione sono tutti al loro posto con minime variazioni sul tema da parte di mia zia Ellade , figlia della nonna Elvezia e attuale proprietaria dell’appartamento.
Ri-vedere quella casa ha significato rivivere in un’ora quel passato che alberga nella memoria o strizza l’occhio da vecchie foto.
Ho ritrovato il ritratto che le feci per gli 80 anni , è lì appeso con la mia dedica, “da parte di quel discolo di tuo nipote”.
Sono stato un nipote troppo amato, su di me eccessive aspettative e questo è andato a discapito di altri famigliari.
Da me pretendeva più di quanto riuscissi a fare/dire a quel tempo e nei suoi diari, lasciati a mia madre, ci sono parole di rimprovero per me.
Le piaceva farsi portare in Alessandria non solo perché guidavo l’auto, sosteneva che tenessi le braccia sul volante come mio nonno Alessandro. Mi imponeva una via più lunga per ripercorrere l’itinerario dei suoi ricordi con la fiat cinquecento del suo amato Sandrino.
Dopo la visita fatta con mia sorella Eleonora ho ripensato all’immagine della nonna che si sporgeva dalla finestra della camera da letto per salutarmi ancora.
La ricordo così e non come l’ho vista l’ultima volta in una fredda sala dell’obitorio.
Quando vedo mia madre soffrire per la vecchiaia, mi rivolgo idealmente ai nonni perché ovunque siano le tengano una mano sul capo.
Ho una fede molto semplice e fanciullesca.
One Comment
Diego
io credo che l’amore, in tutte le sue forme, quando c’è stato, non si possa mai perdere.
Lo credo intimamente, fino in fondo.