mitografia del quotidiano
Ciao Albe, come va oggi ?
Quando devo annunciare una lezione on line, perché oggi non si può fare diversamente, vesto i panni di docente un po’ folle che vuol divertire la classe e si diverte a insegnare.
Quando fotografo e scrivo è già diverso, esce un mondo dove convivono malinconie e stupori, un mondo che ha i toni del bianco e nero, un mondo che parla del “tempo che trascorre inesorabile”.
Ciò che provo oggi è qualcosa di molto comune a chi vive da solo. Il tuo rapporto con l’esterno è confinato al telefono e se sei per strada spesso si esaurisce in una domanda banalissima :- Chi è l’ultimo della fila per la panetteria?
Mia sorella è bloccata a Milano con mio cognato, tre figli più uno zoo di animali vari, spetta a me quindi occuparmi di un Padre e una Madre in termini più materiali. Faccio la spesa, vado all’ambulatorio o in farmacia compero i giornali e al fine di evitare di portar germi lascio la spesa sulla loro porta. Mia madre per contro, prepara la spazzatura, il sacchetto con la carta, la plastica e me li lascia lì.
Anche con loro il rapporto è solo telefonico.
Giorni fa ho visto mio padre guardar fuori della finestra mentre attraversavo Corso Europa per portare delle medicine che servivano.
Abbiamo scambiato due parole, io per strada, lui al secondo piano. Capiva poco perché è piuttosto sordo e non aveva l’apparecchio. Gli ho sorriso, mi esprimevo oltre che con le parole con i gesti, mimando le frasi.
Sono rientrato a casa venato dalla malinconia…
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