mitografia del quotidiano
GRAFFI E CAREZZE
1967 con un amichetto ai Guaiumi Iola (Modena)
nb : da dove scrivo
Ho guardato le cose del mondo sempre in una certa maniera. A partire da quando? Forse dalla nascita pur non essendone consapevole.
Sono nato, come tanti, orientato tra esplosioni di gioia e momenti di infinita
malinconia, da sempre.
Al di là della rete, il cielo e grida di bambini che giocavano. Io guardavo in alto e mi sentivo triste, triste sino alla lacrima. Ero all’asilo, avevo quattro anni e vestivo un grembiule a quadretti bianco e azzurro.
Quella malinconia divenne la mia compagna di sempre. Arrivava quando meno l’aspettavo, mi stringeva forte e pareva non lasciarmi più.
Non volevo averla amica, non la volevo accanto e sino a che sono stato piccolo, l’ho combattuta con le armi che avevo a disposizione, provando a distrarmi guardando altrove per trovare nelle mani l’occasione di un piccolo impegno, qualcosa che la scacciasse o come per magia la facesse scomparire.
Da adolescente scoprii che c’erano altri mezzi e li usai tutti indiscriminatamente pur di scacciare quella presenza che ritornava sempre più forte.
Sono cresciuto così, servendomi di tutto e tutti per tenere lontana da me quella presenza .
Anche adesso , mentre scrivo , è qui con me.
Non ho un gatto da carezzare, una cane che desidera uscire per pisciare, ho lei che mi carezza e mi graffia a piacimento. A volte è un fastidio, altre un vero tormento.
Leave a reply