Varie
La luce
Photo for a non-profit project raising funds to provide housing and assistance for Miss Lavelle White
Vorrei parlare di luce, dell’importanza che riveste per chi usa l’antica forma di scrittura che chiamiamo fotografia. E’ importante parlarne oggi, nel tempo in cui, la luce sembra sia divenuta un mero accessorio modificabile unicamente attraverso programmi di elaborazione dei files anziché l’elemento costitutivo principale di un immagine fotografica. La luce varia a seconda delle ore del giorno, dell’umidità, della latitudine e risente molto dell’inquinamento.
Guardo le fotografie che spopolano in rete, riconosco i colori come un cuoco individua gli ingredienti a occhi chiusi annusando una portata.Oggi tutta la luce che viene registrata dalle fotocamere viene corretta cromaticamente in post produzione. Più calda o più fredda, poco importa rispetto al “mai com’era all’origine”.
Che gli artisti debbano tinteggiare un cosmo interiore che poco ha a che vedere con i colori del mondo è accettabile,la fotografia non è oggettiva, lo si faceva un tempo con la scelta di particolari emulsioni, come con filtri polarizzatori o gradienti quanto oggi lo si fa con specifici programmi.
Quello che oggi a mio avviso manca è la misura. Non è la favoletta del nonno innanzi al camino che dice :-“Ai miei tempi”…bensì il segno tangibile che in questo momento epocale, momento di transizione e passaggio della fotografia che è massicciamente digitale si spostano i cristalli con i guantoni da box.
La folgorazione che ho avuto in Islanda è stata la luce: i colori erano saturi, le linee nette, tutto magicamente brillava. Nella nostra terra dobbiamo salire le alte vette, lontanissimi dalle città proprio a pelo per toccare il cielo e far solletico alle nuvole per capire realmente cosa è la luce.
Cementizzazione e polluzione hanno sporcato l’aria e corrotto la luce avvelenando l’anima dell’uomo.
E’ trascorso già tanto tempo dall’industrial music, dai throbbing gristle, dalle acciaierie di cornigliano, dalle notti ai giardini baltimora dove frotte di giovani, negli anni ottanta ,consumavano acido per virare ancor più i colori già timbrici di un epoca sghemba.
Allora i colori erano quelli dei fumetti di Andrea Pazienza, Mattotti, Giacon, Tamburini&liberatore,Scozzari.
Sono cresciuto da allora e ho visto tante cose. Ho viaggiato con il corpo e con la mente. Non amo e corrispondo quella parte di realtà dove l’uomo resta invischiato dal denaro e dall’esercizio del potere, quella superficiale del vivere oggi globalizzati tutti orgogliosi della propria unicità eppure eguali come supposte in un astuccio farmaceutico.
Vorrei parlare di luce, dell’importanza che riveste per chi usa l’antica forma di scrittura che chiamiamo fotografia .Forse sarà pretestuoso ma vorrei portare il mio piccolo contributo a una storia del mondo delle immagini o delle figurine. Lo faccio attraverso la luce, quella del mondo e quella spesso dimenticata che risiede nel nostro cuore.
Islanda / 1 settembre / autoritratto : guardando verso la luce
2 Comments
DANILO
viviamo i tempi dei mordi e fuggi, quickly quickly….tutto è sintetico rapido e immediato…in ogni settore viaviamo all’interno di un “Bignami”…..ecco perchè facciamo tanta spazzatura nelle nostre vite. E’ normale per chi liha vissuti sentirsi mancare i tempi passati ove, anche nella semplicità dei gesti quotidiani, c’era il tempo di ascoltare le parole degli adulti, di pesarle di discuterne e durante quest’ascolto..essere accarezzati dalla luce che cambiava lenta…..oh andiamo che si è fatto buio. grande coach
pupella aprile
Anni fa, quando ero ragazza spensierata e vagabonda, mi ritrovai nell ‘altopiano del salernitano insieme ai pastori che producevano mozzarelle e caciocavalli,avevo con me una piccola rolley tutta manuale regalo di mio fratello.era compatta e leggera, usarla non era facile, ma a volte produceva ‘capolavori casuali ‘.Fotografai un giovane pastore pastore che lavorava il caciocavallo in una piccola casa di legno, poca luce, il fumo dell ‘acqua che bolliva sul fuoco,e un raggio di sole che tagliava la foto a metà. Le mani in movimento e si sentiva il profumo del latte e del fuoco.vinsi un premio per questa immagine dove la luce, poca e fumosa, descriveva il tutto.