mitografia del quotidiano
Sospeso
Gli alberi sono tra gli esseri viventi più antichi del pianeta, si ritiene che l’organismo vivente più vecchio conosciuto sia un abete rosso le cui radici hanno 9.550 anni .
L’Albero ha una storia simbolica che parte dall’alba dell’uomo.
Unendo il cielo alla terra, l’albero si “radica” sia in alto che in basso, affondando come radici i suoi rami nell’etere, congiungendo così il mondo luminoso della coscienza a quello oscuro e sotterraneo dell’inconscio. Nutrendosi sia dell’”immateriale celeste” che del “materiale terrestre”, l’albero permette e nutre la vita fisica sulla terra.
Inevitabile quindi per me, dopo tanto penare, edificare una casa sugli alberi, un luogo dove pensare la vita ai piani più alti mentre la gente lo banalizza e immagina come una semplice alcova o la stranezza di quel tipo che fa l’Artista.
Sotto questa casa, un lungo tavolo dove possono mangiare e discorrere persone che hanno una relazione amicale con me.
Lì sotto è nata la proposta di scrivere per una rivista che si occupa di tradizioni, storia dell’Appennino, arte come “Gente di Gaggio” al quale sto contribuendo con molti testi.
In quella piccola casa, molto più grande per come raffigurata dalle foto, sono neppure 10 metri quadri, conservo alcuni libri che parlano di Natura, un piccolo scrittoio, una sedia e un letto componibile dove poter riposare e ritrovare quell’antico legame che dall’alba del mondo lega l’uomo alla natura.
Si regge su tre alberi che non sono stati vilipesi. Nessun chiodo li trapassa.
Nel 1993 scrissi circa il mio lavoro sull’Angelo che “vivo sospeso tra il paradiso e l’inferno di ogni mia giornata”, questa casetta è anche quello spazio di sospensione che poeticamente ho declinato per decenni.
La gente lo banalizza e immagina come una semplice alcova o la stranezza di quel tipo che fa l’Artista.
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