Sulla fede
Venerdì Santo / La retorica della Luce
“O signore io non sono luce a me stesso, occhio posso essere, ma luce no”.
S. Agostino
La mia passione sarebbe stata quella di occuparmi di Anime, dei loro arcani, di tutto ciò che sta oltre il velo del mondo che per convenzione definiremo “ la terra del non visibile”.
L’unico strumento che realmente conosco e pratico è la fotografia, di questa mi servo per avvicinare quel mistero.
La fotografia è la scrittura della/con luce. La seconda settimana della Quaresima è conosciuta come “ la settimana della luce ”, il celebrante pronuncia queste parole:- “fa’ risplendere il tuo volto su quelli che si preparano alla santa illuminazione, rischiara il loro spirito“.
Nei primi tempi della Chiesa il battesimo si chiamava “sacramento dell’illuminazione” e chi si avvicinava alla fede prendeva il nome di “illuminato” termine estremamente diffuso anche in ambito non Cristiano.
Venerdì Santo, il Mistero della Croce
Il Venerdì Santo è il
giorno del silenzio e dell’adorazione, il giorno in cui si medita la
Passione di Cristo e attraverso la pratica della Via Crucis si
ripercorre con Gesù la via del dolore che porta alla sua morte, una
morte che, sappiamo, non è per sempre.
La Croce è presente nella vita di ogni cristiano fin: nella purificazione dal peccato nel Battesimo, nell’assoluzione del Sacramento della Riconciliazione, fino all’ultimo momento della vita terrena con l’Unzione degli infermi. Il Venerdì Santo siamo invitati ad adorare la Croce per il dono della salvezza che tramite essa ci ha raggiunti. Dopo l’ascesi quaresimale, il cristiano si è preparato a non voltare lo sguardo dalla sofferenza. Durante la liturgia i fedeli toccano la Croce, la baciano e così entrano ancora più in contatto con il dolore di Cristo che è il dolore di tutti, perché Lui ha portato sulla Croce i peccati di tutta l’umanità per salvarla. (Roberta Barbi )
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