Riflessioni fotografiche
100 Anni oggi / Lawrence Ferlinghetti
Lawrence Ferlinghetti
“O signore io non sono luce a me stesso, occhio posso essere, ma luce no”.
S. Agostino
Lite in famiglia: questa è una delle tante scene che si svolgono particolarmente quando si è ragazzi, ci si sente lontani o in disaccordo col mondo adulto, quel mondo incarnato dalle figure dei genitori.
Occorre parecchio tempo per capire quanto assomiglieremo a nostro padre o a nostra madre, il tempo per riconoscerli ed accettarli in noi, nella carne come nel cuore.
Lawrence Ferlinghetti venne al mondo a Yonkers, New York, nel millenovecentodiciannove ma non conobbe mai suo padre che morì pochi mesi prima della sua nascita. Pochi i ricordi della mamma impazzita e rinchiusa in un ospedale pubblico, mentre per lui s’aprivano i cancelli dell’orfanotrofio.
Ogni volta che avevo una discussione con mio padre, me ne andavo sbattendo la porta . Mi allontanavo dalla sua figura fisica per ritrovarla nella sua origine: mia nonna Alberta, sua madre.
Avvolto in una coperta fatta di presine, rincuorato dal profumo di mela e caffèlatte, l’odore rassicurante della nonna, leggevo Howl di Allen Ginsberg e volavo, al di là della curva del mondo.
La poesia chiamò forte a sé Lawrence Ferlinghetti .
Prima l’ università, una seconda guerra mondiale servita in marina ed un dottorato alla Sorbona di Parigi. Dopo, il rientro a San Francisco dove creò un giornale assieme a Peter Martin che chiamò City Lights . Questo nome in seguito diverrà un negozio e l’omonima casa editrice che darà alle stampe “Howl” di Allen Ginsberg, con l’accusa di aver pubblicato un opera indecente e oscena. Per questa pubblicazione Ferlinghetti fu arrestato e processato.
Il cielo è blu timbrico in questo mattino d’ottobre dell’anno duemilasette. L’aria è rarefatta e pulita come il mio cuore.
Mia nonna la scorsa notte ha avuto un collasso, perde le forze e pian piano lascia che la fine dell’autunno stacchi via le sue foglie.
Come un ramo secco si lascia andare alla corrente.
E’ così che fanno i vecchi quando si congedano poco a poco dalla vita in terra.
Se ne vanno stringendo gli occhi per guardare lontano: il lontano da noi.
Lawrence possedeva, non distante da San Francisco a Big Sur, un capanno . Volle offrire quel rifugio a Jack Kerouac con la speranza di aiutarlo a liberarsi dei demoni dell’alcool.
Jack ( Ti Jean Duluoz) vi scriverà il libro intitolato “Big Sur” al quale farà poi seguire un ultimo romanzo prima di morire.
“Ricordi Nonna, quando il 25 luglio del millenovecentosettantasette, leggevo quel libro sdraiato sul tuo divano verde ? Sembrava che abbandonassi il mio corpo fisico raggiungendo Big Sur in una solitaria estate fatta di ricordi e risacche.
Mi hai raccontato “le stagioni” attraverso la tua vita terrena.
Oggi risplendi, in questa Primavera in cui la terra sussulta come un ventre”.
Il poeta cieco* guarda il mondo con occhi azzurri come il cielo e una minuscola pupilla. Percepisce noi ed è in grado di sentire tutto ciò che è “lontano da noi”.
* Blind Poet è l’ultima raccolta di testi scritti da Lawrence Ferlinghetti .
La copertina dell’edizione italiana e belga è una mia immagine che lo coglie mentre recita “Blind Poet con una mascherina che gli copre gli occhi, come un poeta cieco, come Omero.
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