mitografia del quotidiano
LA NONNA E LA ZIA
Con la bussola delle parole percorro ricordi. Sono memorie scandite dal rintocco delle campane di un piccolo paese.
All’improvviso, torno a sentire il profumo del camino dove mia nonna e sua sorella cucinavano polenta e crescente.
Trascorrevo l’estate con loro aspettando l’arrivo di mia madre a cui ero molto attaccato.
La dipendenza la crea ciò che non c’è: “ il vuoto”.
Guardo tre foto che raccontano diversi momenti di vita delle due sorelle.
Comincio col 1976 in uno scatto che feci senza minimamente saper fotografare, proseguo con loro, serene verso metà anni 90 mentre il capitolo finale per entrambe è nel principiare del nuovo millennio.
Guardo queste memorie su carta conscio del fatto che parlino per me un’altra lingua rispetto a voi che non le conoscevate e le state osservando da un telefono o dal computer.
Avendo amato queste persone, avendo condiviso e appreso da loro una sorta di etica della terra non posso non commuovermi di fronte a questo trifoglio di ricordi.
Quando torno al paese per occuparmi della casa e degli alberi le cerco ancora con lo sguardo di un bambino che ha vissuto cinquantotto primavere.
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