Riflessioni fotografiche
Homo electronicus
Si sta perdendo tanta manualità che era propria dell’artigianato e del fare bene le cose lontani dalla fretta e con grande cura del prodotto finale.
Dalla maglieria ai tessuti, dalla lavorazione del legno, dalle costruzioni edilizie alle materie insegnate a scuola stiamo perdendo manualità aiutati da strumenti sempre più performativi che sfilano l’anima al prodotto come la lisca a un pesce.
Molta Arte tra fine e nuovo secolo è lontana dai manufatti in favore di un “parlarsi addosso che trovo insopportabile” e la fotografia, che oggi esonda dalla rete, non sembra che se la passi molto meglio.
In quasi cinquantotto anni me ne sono fregato di movimenti, mode, tendenze facendo sempre ciò che desideravo e questo ha sempre rappresentato l’esser debitore di una technè e di una manualità e non unicamente di un “ideona concettuale”. I miei Angeli sono l’esempio di tutto ciò : partendo da un paradosso come quello di rappresentare il non visibile hanno vestito forme e simboli che vengono dall’arte medioevale o rinascimentale . Nei decenni ( questo mio lavoro inizia nel 1993) ne sono apparse copie un po’ dappertutto. Se dette imitazioni siano meglio o peggio non sta a me dirlo, per certo le ispirazioni apparse sono tutte digitali e questo per quanto mi riguarda toglie loro almeno 3/4 del loro valore e della relativa bellezza.
La rinascita dell’analogico di cui molti si sono impadroniti per curiosità e moda mostra spesso foto con aloni, striature e graffi che sono stati sdoganati a livello di “gusto di massa” da tools digitali, penso a Alien Skin che con Exposure 4 ha campionato un po’ di tutto.
Queste cose (righe & graffi) oltre a sottolineare concettualmente il supporto sono anche un’infinita fonte di dispiacere misto rabbia per quelli come me.
Non per età ma per rispetto, per educazione, per amore dei supporti di stampa e della ripresa se trovo nonostante il panno antistatico o l’aria compressa, una spolverata di puntini bianchi sul negativo, con quella pazienza di cui spesso manco nella vita mi metto a spuntinare con matite grasse come la 4 b e la 6 b cercando di mitigare il danno.
Vivo in questo mondo e quindi anche io come essere vengo classificato col termine che Marshall McLuhan coniò tanto tempo addietro ovvero “homo electronicus” ma cerco di usare ancora cuore, mani e cervello!
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