Sulla fede
Il mio diario è come una foglia
Mentre l’uomo fa uscire di scena Dio in un contesto di disincanto e desacralizzazione, assistiamo a cosa ? A un essere umano che crea e rimodella sé stesso a propria immagine e somiglianza.
Mi guardo attorno e vedo la più grottesca globalizzazione dell’uomo, l’omologazione.
Per questo motivo chiudo l’anno 2018 che per me è stato foriero di dolori, delusioni , abbandoni e perdite sul campo con uno scritto dell’amato Thoreau , nella speranza che qualcuno possa davvero sposare questo “intimo sentire”.
“Il mio diario è come una foglia che pende sopra la mia testa sul sentiero. Piego il ramoscello e scrivo su di essa la mia preghiera, poi nel lasciarla andare,il ramo spedisce lo scarabocchio fino in cielo. Come se invece di restare chiuso nella mia scrivania fosse un foglio pubblico come qualsiasi cosa in natura. E’ papiro sulla riva del fiume, è cartapecora nei pascoli, è pergamena sulle colline.
Lo trovo ovunque, libero come le foglie che sfilano lungo i viottoli in autunno. Il corvo, l’oca,l’aquila portano la mia penna e il vento spinge le pagine tanto lontano quanto me.
Oppure se la mia fantasia non vola ma va a tentoni tra poltiglia e fango, scriverò con una canna.”
(Diario 8 Febbraio 1841)
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