mitografia del quotidiano
Ospite della realtà
“Non affliggere gli altri con ciò che causa dolore a te stesso”
-Buddha
Era dal 1983 che i contadini non ricordavano un ‘estate così arida. Mentre scrivo il silenzio è rotto solo dal crocchiare di foglie secche o dal grido di qualche uccello nel bosco.
Questa è la prima estate in cui i miei, oramai anziani non sono saliti ai monti. Mi fa strano passare lungo la Porrettana senza scorgere la figura di mio padre che, seduto su una panca di legno, guarda il sole tramontare in attesa che mia madre scenda per cenare. Non siamo mai stati il prototipo di famiglia che si riunisce unita a tavola la sera. Qui, da dove scrivo, questa opzione era invece contemplata.
Il dialogo in casa nostra è sempre stato d’appannaggio materno ma sui monti, per uno strano miracolo generato forse dalle radici le cose cambiavano. Per me, cresciuto nei silenzi paterni s’aprivano insolite possibilità volte a comprendere meglio il mistero del Padre.
Ci sono istanti in cui mi sento “ospite della realtà”. Col tempo ho costruito un microcosmo popolato di figure che dimensionavano il paesaggio con le loro storie minute. Ho avuto paura del vuoto e di ciò che poi sarebbe venuto.
Come se non ci fosse mai stato un fondo ho accumulato racconti al posto di ricchezze mentre quel buco scavato in petto si tramutava poco a poco in una voragine.
La felicità si dice nasca dalla mediazione tra le proprie esigenze interiori nei confronti della realtà esterna. Non è la semplice gioia dell’appagamento, ma anche la via dell’esprimere sé stessi, allargare la propria conoscenza, di creare.
Voglio vivere la vita per quel che è: un groviglio caritatevole di occasioni.
Immagini scattate mentre scrivevo 30/7/2017
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