Riflessioni fotografiche
Punto di visuale
Breslavia Giugno 2017
“Il tempo non è che il ruscello dove io vado a pesca. Vi bevo; ma mentre bevo ne scorgo il fondo sabbioso e vedo come sia poco profondo. La sua corrente sottile scorre via, ma l’eternità resta. Vorrei bere profondamente e pescare nel cielo, il cui fondo è ciottoloso di stelle”. Walden/Thoreau
L’auto corre veloce sull’autostrada superata solo dai pensieri che sopraggiungono dai 4 punti cardinali. Le storie di ieri bussano con garbo per provare a incantare il presente segnato in pochi centimetri su una mappa satellitare.
Senti odore di prugne e mele schiacciate nell’erba mentre scorri rapido le estati trascorse?
Il bosco, lo sai per certo, custodisce le voci che ti hanno accompagnato quando contavi gli anni che sapevano d’eterno sulle croste di ginocchia sbucciate.
Quanti hanno pianto un albero seccato ben prima della scomparsa di un compagno di giochi?
Mi arrampico su un palo e salgo in alto. Voglio capire il punto di vista degli uccelli . Questo fu l’ azzardato gesto che spaventò mia madre che s’accorse di non avermi più al suo fianco.
Silvano guardava i suoi meli arrampicato su un corpo sempre più esile. Scuoteva il capo, raccontando d’esser stato vicino al cielo per la seconda volta.
Le cose arrivano a una crisi e poi cambiano. Ci sono momenti di nascita, momenti di morte, cose che permangono…
Dopo tanto cielo e il continuo spostarsi di nembi e cirri m’accorgo d’essser precipitato in terra.
Guardo tutto con fame che divora. Da un altro punto di visuale…
Colto in flagrante da G Olcese mentre scattavo questa fotografia
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