Il figlio di Laura
Genova Nervi
1988
Un giorno Laura mi chiamò per dirmi :- E’ nato mio figlio, verresti a fotografarlo? A quel tempo ero un ragazzo che s’era lasciato alle spalle l’esperienza milanese d’assistente ( moda e pubblicità 1984) e s’era aperto una partita Iva come “fotografo ambulante”. Non avevo uno studio, non lo considerai però un limite per cui appresi i modi per gestire la luce naturale, l’effetto finestra ad esempio, per simulare ciò che un illuminatore professionale m’avrebbe offerto.
L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo. Giordano Bruno
Caricai sulla mia Contax 139 Quartz un rullino a alta sensibilità e presi il 17 per Nervi. Giunto a casa di Laura, trovai un bellissimo neonato che stava per fare il bagnetto. Scattai usando un modesto Zoom Yashica 35/105 dopo aver calcolato una corretta esposizione , mi trattenni ancora un pò per le chiacchere di prammatica e rincasai con l’ansia propria dei giovani di sviluppare il rullo che però non era terminato. Dovetti quindi attendere ancora dei giorni perchè una volta si scattava con attenzione e quei benedetti 36 scatti dovevano fruttare 36 fotografie, spesso diverse una dall’altra. Oggi col digitale che ha tagliato i costi non funziona più così. Oggi si scatta a raffica, ecco perchè non sono assolutamente daccordo con il mio ex professore di fotografia che un giorno mi disse:- …guarda Terrile, il digitale ha rivoluzionato tutto, oggi si vedono in giro fotografie molto più belle rispetto a quelle degli anni passati.
Oggi in due minuti, si scattano e postano immediatamente in rete più immagini di quelle prodotte da tre secoli di Storia dell’Arte .
Quando sviluppai quel rullo, trovai questo scatto, l’unico primo piano che feci, le altre erano del corpo intero e da un altro punto di visuale.
Un pò di tempo dopo, vidi in edicola una rivista, Progresso fotografico, che indiceva un concorso nazionale di fotografia, il primo premio consisteva in un assegno di 4.ooo.ooo di lire.
Spedii quell’immagine e altri 4 ritratti di mie amiche per i quali mi impegnai non poco in camera oscura. Sono sempre stato molto attento alla resa tonale, sebbene fossi un giovane che lavorava in modo spesso sporco e sgranato.
Per farla breve, un giorno ricevetti una lettera che mi annunciava che ero io il vincitore del 1 premio , con i soldi mi comperai immediatamente un’Hasselblad passsando finalmente all’agognato medio formato e continuai a fotografare sempre di più alternando il 135 con il 120 sempre e quasi esclusivamente in bianco e nero!
Realizzata con: Contax 139 quartz
Pellicola: Kodak T Max 400 tirata a 1600 asa
Anno: 1988
Luogo: Genova Nervi
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