mitografia del quotidiano
Un mondo di fretta
Da parecchio tempo medito qualche riga su come tutto oggi abbia la pretesa necessità di essere veloce e al contempo disponibile. La nostra società aiutata dalle nuove tecnologie corre e questo obbliga molti “umani” ad adeguarsi per diversi motivi.
La nuova razza, selezionata dai dispositivi del sistema deve essere multitasking pena l’esclusione dalla nuova grande famiglia mondiale. Inutile il monito “Our brains aren’t built to multitask, instead they are built to focus on one thing at a time”, oggi troppi vogliono essere della partita e guardando bene, questo processo innesca incredibili nevrosi.
Ci siamo accorti del nervosismo che serpeggia e permea le nostre attuali esistenze?
Nell’incessante e a tratti inconsapevole atto dell’essere costantemente “connessi” in rete riusciamo ad accorgerci di tutto ciò che stiamo perdendo di vista perché i nostri occhi restano incollati a ogni genere di schermo?
Osservo il tutto dal mio punto di visuale, sono un fotografo e ho imparato a guardare il mondo sottraendo, scegliendone una piccola porzione che fosse per me significante. Ma prima ancora sono stato studente d’arte e ho fatto mio l’assunto rivolto a “togliere” anziché aggiungere, come si fa in scultura che potremmo ampliare con l’ incipit di Bruno Munari :- Complicare è facile, semplificare è difficile.
Ho visto macchine andare a zigzag in autostrada a 130 allora mentre il conducente reggeva al centro del volante un telefono d’ultima generazione, ho visto una ragazza sulla sommità di un monte con una vista a 360 gradi intenta a guardare un video musicale su You tube girarsi e dire :- vedi questo è il futuro…
Preferisco ricordare il vecchio banchetto che mi regalarono sul quale, complice la nonna, ho imparato a scrivere e leggere un po’ prima del tempo.
Forse anche io, un tempo ho avuta fretta…oggi non più!
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