Mostre
Ma che occhi grandi che hai / 2012
In qualità di autore, ritraggo oramai da trent’anni musicisti, attori, registi e scrittori dai nomi altisonanti
anche se per indole mi sento più vicino alle storie dell’uomo comune, storie che ho raccontato attraverso i
ritratti iracheni della prima guerra del golfo, i disabili psichici con cui lavoro da tempo, i soggetti
laringectomizzati, l’invecchiamento attivo nelle residenze protette col progetto “Indimenticabili”
Amo guardare al di sotto di tutto ciò che vive. Credo e pratico una fotografia dove l’etica sposi
l’estetica rafforzando così “senso e consapevolezza”.
Quando fotografo, il mio obiettivo è cogliere l’essenza delle persone attraverso le forme del mondo. Ciò che
mostro è pertanto l’equazione tra l’apparire e l’essere, tra l’esterno e l’interno di ogni essere umano.
Sotto l’ala di Don Gallo avvicinai la comunità transgender genovese immaginando una passatoia lunga quasi
quattro decenni tra le immagini di travestiti della Carmi e le Princese che rappresentano la contemporaneità.
Nel 2011 con Sara (Miss trans liguria), realizzai uno dei miei Angeli, volevo sancirne il sesso: il maschile e il f
emminile raccolti in “Unico Essere”
Nel 2012, accompagnato da Maddalena Bartolini e Ilaria Caprifoglio, sodali di quest’avventura che si
prefiggeva come un progetto editoriale scoprii nelle Princese un’umanità che non trovavo altrove.
Ecco come Maddalena Bartolini descrive così i nostri primi passi:-
Nel 2012, durante il mio ricercare nel territorio, ho incontrato e conosciuto Alberto e Ilaria,
che da tempo, con l’associazione Percorsi Magici, conducevano corsi di fotografia nel
ghetto. Alberto ha provato a condurmi in un immaginario poetico nuovo, meticoloso e
intenzionato a raccontare alcuni aspetti della vita delle Princese. Se nella mente e nel cuore
aveva il progetto di Lisetta Carmi, nel contempo voleva ispirarsi ad un altrove legato alla
contemporaneità.
I luoghi scelti da Alberto sono stati i bassi delle Princese e i loro usci.
Il tempo dedicato al progetto è stato quello dell’apertura e della chiusura diurna delle loro
saracinesche, che ci hanno permesso di registrare il ritmo e il sound della loro vita passata
“sulla soglia”.
Ci si è persi così in sessioni di lavoro complesse in cui Alberto provava a cogliere i loro
sguardi: quando perse, guardavano in alto alla ricerca del cielo, oppure quando pensierose
abbassavano gli occhi e cercavano giù, in basso, la verità.
Nel 2015, dopo due anni e dopo alcuni intervalli e sospensioni, abbiamo deciso di rimettere
insieme il materiale prodotto fin qui: un sentire, nero su bianco e in bianco e nero.
Il Museo dell’Accademia Ligustica ha aperto le sue porte a un grappolo di queste immagini, forte del mio
impegno anche in sede didattica sulla comunità trans gender sfociato nella tesi dell’anno 2014/15 “ Più Eva
che Adamo” di Chiara Scabini e Giulia Garofalo.
La mostra “ Ma che occhi grandi che hai” è parte degli eventi del Life Festival 2016 , che vede
coinvolti – oltre ad Approdo Arcigay Genova e il Teatro della Tosse – la Fondazione per la Cultura Palazzo
Ducale, il Teatro dell’Archivolto, il Teatro Altrove, il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti e il Comune
di Genova, una rassegna a 360 gradi che punta a creare una rete fra tutte le istituzioni culturali cittadine.
L’esposizione durerà sino all’11/6/2016 da Martedì a Sabato nell’orario 14,30/18,30
Sara H .Ghetto ebraico di Genova 10 Marzo 2011 h 11,00
Poco prima di compiere cinquant’anni decisi di dare “un segno forte” al mio work in progress “Nel segno
dell’Angelo”.
La tradizione cattolica ci ha abituato a considerare gli angeli come degli esseri spirituali dalle sembianze
antropomorfe intermediari tra l’uomo e Dio. Essa ritiene che gli angeli, come gli uomini, siano stati fatti “a
immagine e somiglianza di Dio”, ma che siano dotati di una natura sostanzialmente diversa rispetto a quella
divina.
Ho scelto Sara H. che è stata miss trans Liguria . Il suo sguardo, forte e diretto punta alla coscienza di chi la
guarda ed è rivolto verso piazza Don Andrea Gallo . L’Angelo del ghetto unisce “maschile e femminile”.
A parte l’Angelo con Sara che nello scalone dell’Accademia, Angelo che segna il luogo della mostra, per mia
espressa scelta nessuna delle immagini esposte è mai stata pubblicata sul web o in modo
cartaceo.
Oggi viviamo nell’era dell’alta visibilità e della compulsione fotografica, in 2 minuti si scattano e postano più
immagini di quante ne siano state prodotte in tre secoli (1600/1700/1800) di Storia dell’Arte.
Allestimento 4/5/2016
Presentazione della mostra e inaugurazione 12/5/2016
foto Mattia Gabbrini
foto Maurizio Iannolo
foto Jenny Costa
Grazie di cuore a tutti coloro che si sono stretti attorno alle mie foto e soprattutto alle Princese. La mostra,
ricordo durerà sino all’ 11 di Giugno, è gratuita e aperta da MARTEDI A SABATO nell’orario 14,30/18,30!
Qualcuno chiedeva nei giorni scorsi:-….ma…il Museo dell’Accademia è quello in Piazza de Ferrari… sai dove
prima dove c’era la fiera del libro? La risposta è ben visibile da fuori del portone del Museo, l’Angelo con Sara
Hermanns vi indicherà la strada…….
Alberto T
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