Larrio Ekson
Parigi
Novembre 2011
“NUVOLE ALL’ALBA”
Larrio Ekson / A place to be
Corre il vento del grande mare rovesciandosi tra le piante e i terrazzi, creando scompiglio nelle nostre piccole vite.
Nel gennaio dell’anno millenovecentonovantatre, la vita, cogliendomi di sorpresa, mi offrì l’opportunità di sperimentare una profonda crisi personale.
Avevo perso tutto nella frazione di un battito di ciglia: gli affetti, la voglia di creare e il lavoro.
Una voce lontana, cantilena di foglie da quieta boscaglia sussurrò :- Devi voltare pagina. Vieni a Parigi. Lì, c’è un posto per te.
Quelli che consideriamo gli incidenti che la nostra esistenza incontra, si riveleranno a posteriori, come le occasioni della rinascita, i nastri di partenza, i nuovi capitoli del libro della nostra Vita.
La mia amicizia con Larrio Ekson era nata pochi anni prima, parlando e facendo delle fotografie. La fotografia è la mia vocazione.
A casa di Larrio Ekson ci sono moltissime mie stampe e provini….
Il Fotografo è l’attento lettore del libro del mondo, colui che con grande attenzione, osserva la luce del sole deviandone a suo piacere il corso.
Il fotografo ha una specificità: l’aver a che fare con “il visibile e l’invisibile” perché non vede unicamente la realtà che ha di fronte, ma nel medesimo istante la fotografia che è ancora da venire.
Il mistero degli occhi dimora nel “vedere” del soggetto e dell’oggetto.
Gli occhi di Larrio sono grandi per permettergli di abbracciare empaticamente tutto quel mondo che ha attraversato danzando.
Un adolescente a new york è stato prescelto dalla danza come la primavera prende il primo albero per annunciare la stagione della fioritura.
Mia sorella Eleonora aveva la passione per il balletto ma i miei genitori non volevano che andasse da sola a teatro. Il ruolo di fratello maggiore era fatto di svariate competenze dettate dall’intimo al pari di quelle indotte dai famigliari. Alla prima specie appartiene quel mio dare “sempre e comunque quello che impropriamente è stato definito il cattivo esempio”, perché il mio “essere fanciullo” è un composto di anarchia e di eversione debitamente spolverate di spirito e di fantasia!
Il secondo compito era quello di accompagnarla a vedere i suoi miti a teatro .
Ogni adolescente sviluppa degli amori che segneranno poi gli anni a venire. La passione di mia sorella per la danza, che declinerò attraverso centinaia di immagini, credo di averla assorbita per vicinanza in modo assolutamente incosciente quanto naturale.
L’adolescenza è quella stagione dell’Anima in cui aspiri la vita, in totale profondità, al punto di sentirla bruciare dentro te. L’adolescenza per me era “senza filtro” e diverrà quella luce che andrà a pennellare i momenti della vita ancora a venire.
Di quegli anni ho due ricordi, il primo è una coda infinita affinché Eleonora potesse stringere la mano a Luciana Savignano il secondo è legato ad alcuni strani balletti con un uomo e una donna che mi ricordavano due sculture di Alberto Giacometti, statue che qualcuno aveva intinte nell’arcobaleno.
La seconda memoria rievoca il mondo coreografico di Carolyn Carlson, quell’universo che ha avuto come alter ego Larrio Ekson. Assieme erano significato e significante elevati all’ennesima potenza. Sono stati una grande coppia artistica, la loro unione creò un unicum che singolarmente forse non hanno mai raggiunto.
Quale è in definitiva il compito di un artista ? Rivelare e svelare quella che è la bellezza che riconosce attraverso le forme del mondo. La forma – affermava Michelangelo – esiste già nella materia. Ma occorre l’arte dell’uomo per portarla alla luce. La materia senza la forma è muta, non parla. La forma senza la materia non può nascere ed è senza casa. Ecco il grande compito dell’artista: generare al mondo la forma della bellezza che si nasconde nella materia. Il bello che splende alla mente, l’artista lo fa percepire nelle forme che imprime nella materia.
Larrio e Carolyn hanno fatto pulsare due cuori in un corpo solo e un giorno si sono lasciati come è giusto che sia, come accade in quasi tutte le coppie siano queste artistiche come di fatto.
Due sperdute siepi di robinia scelsero di dileguarsi nell’aria scura del tempo.
Larrio che danza o coreografa è la proiezione che tutti hanno davanti agli occhi, l’immagine pubblica, quella del professionista cui chieder l’autografo o col quale farsi scattare una foto ricordo.
Larrio con il Living Theatre, con La Mama, con Carolyn Carlson, con Bejart,fotografato da Jean Loup Sieff etc etc.
L’amicizia è un’altra chiave d’accesso alle persone, è qualcosa che apre porte su altre stanze. Attraverso l’amicizia ho potuto conoscere e vivere una parte più intima di Larrio dai racconti di un’adolescenza inquieta nelle strade di NYC alle intricate storie famigliari sino alle esperienze di teatro e di danza che lo hanno visto cittadino del mondo.
Per tutto il 1993 ho abitato un piccolo appartamento parigino che Larrio mi offrì gratuitamente, le mie solitudini rimbalzavano sulla tappezzeria dove campeggiava una vecchia foto di famiglia che lo ritraeva bimbo assieme alla sorellina, vegliati dai genitori.
Se non ci fosse stata quella casa che dava su un cortile nei pressi di boulevard de Clichy, quella finestra che guardava il retro del Moulin Rouge credo che i miei “Angeli” oggi divenuti il mio lavoro di maggior successo, non sarebbero mai venuti alla luce.
1993 La vista dalla mia camera….
Nel silenzio del mio cielo, Larrio l’ eterno fanciullo, ha indicato una piccola luce,una stella per infondermi speranza, come si fa da piccoli con i compagni di giochi. Entrambi in fondo, siamo dei bambini che abitano il corpo di un adulto e non è un caso se, con molto affetto, lui mi battezzò: “ il mio piccolo fratello”.
L’aria di Parigi è rugginosa e vecchia, quell’aria che nasconde il fiato di molte vite che l’hanno attraversata, Parigi è il franare d’ombre pesanti come nubi gravide di pioggia che ne misurano la volta celeste. Da quel cielo sono scesi tra di noi molti dei miei Angeli.
1993…ricordo la malinconia di quel giorno…mi stesi sui gradini di una scalinata…inquadrai quel cielo…e costruii il mio archetipo personale di Parigi…se voi nominate la città io torno in questa foto….
Larrio ne interpretò tre, realizzati in periodi differenti. Se per l’osservatore questo potrà essere la scelta naturale relativamente all’uso che ha sempre fatto del suo corpo in relazione allo spazio, con queste righe vengo a testimoniare altro, cantando attraverso il mezzo creativo una vera amicizia.
Uno degli Angeli realizzati con Larrio appeso in casa sua a Parigi
In quasi trent’anni di carriera artistica ho incontrato e lo dico con rammarico, tante persone che hanno abusato di questo termine “A M I C I Z I A ” per far leva sulla mia ingenuità e sfruttare gratuitamente il mio occhio per il loro futile tornaconto: dare “un segno forte” alla loro immagine
Larrio è diverso. Lui ha sempre offerto ciò che aveva ( il cuore e un’accesa sensibilità),senza chiedere o pretendere mai nulla in cambio.
Il suo piccolo fratello lo ha visto sorridere e infondere entusiasmo in migliaia di ragazzi delle sue master class così come dispiacersi quando il suo nome veniva dimenticato oppure omesso in contesti legati al mondo tersicoreo.
Non sempre esiste in terra giustizia per ciò che facciamo, il mondo rassomiglia giorno dopo giorno ad una sfrenata corsa per la costruzione del mausoleo dell’ego.
Perché non ho scritto del grande danzatore e delle sue capacità tecniche ed espressive?
Perché quelli sono dati evidenti per chiunque abbia avuto modo di assistere all’epifania di uno spettacolo da lui interpretato.
Ho scritto del Larrio che conosco, l’uomo che ancora oggi dopo tanti anni, se non mi sente per troppo tempo, mi raggiunge sul portatile la sera, sempre attorno alle 22 per domandarmi in un italiano tinteggiato di inglese e francese:-
“Ehi piccolo fratello cosa succede? Va tutto bene? Lo sai che se hai bisogno qui c’è sempre un posto per te.”
Alberto Terrile
Genova Aprile 2011
…anche delle mie immagini a tapezzare casa di Larrio…
a casa di Larrio 2011 foto Matteo Cosulich
2011 Larrio, Claude Alain Planchon e me…con la fida Hasselblad fotografati da Matteo Cosulich
Realizzata con: Canon Eos Mark II
Pellicola: //
Anno: 2011
Luogo: Parigi
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