Varie
Il gioco che si ruppe
A memoria ho sempre detestato il calcio salvo per questo mini biliardino in pura plastica con cui trascorrevo bei momenti assieme a mia nonna Elvezia. Era della misura di un libretto degli Oscar Mondadori…me lo portò lei. C’erano due palline oggi smarrite. Ricordo quando maldestro ruppi l’asta del portiere. Avevo impresso la forza sbagliata, non avevo percezione a 3 anni dei materiali o forse sì..di fatto si spezzò. Sentii un precipitato nel cuore. Il bel gioco era forse terminato? Allora non c’era o perlomeno io non l’ho mai avuto il senso del passare da un gioco rotto a uno nuovo. Probabilmente i miei occhi si velarono con la trasparenza delle lacrime.
Mia nonna mi fece assistere allora ad un piccolo miracolo: sciolse con un fiammifero la plastica e saldò l’asta. Sorrisi e tornai felice a giocare con lei.
Poco tempo dopo divenni un provetto piromane….ma questa è un’altra storia…quella del fuoco e del fatto che i bambini di molte cose ancora non hanno paura.
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