Varie
La temperatura è scesa: 8 gradi sull’Appennino. Sabato ho lavorato a Sassuolo sino all’una di notte, pioveva e per risalire sui monti a mille metri dove abito (mi divido tra l’appennino e Genova) ho dovuto fendere dei banchi di nebbia . La strada era tempestata da cadaveri di rospi, come gioielli incastonati in montature d’asfalto antisdrucciolo. Mi dà grande pena vederli spremuti dai pneumatici, le loro interiora sparse attorno.
Domenica ho fotografato una festa, un tempo, diciamo vent’anni fa avrei snobbato la questione, oggi ho capito che qualsiasi cosa io affronti diviene un reportage molto intimo di quello che normalmente non viene notato. Un collaboratore di Mentelocale mi ha intervistato proprio oggi telefonicamente per parlare di un corso di fotografia che farò in ottobre a Genova alla sala Sivori e mi ha chiesto se “studiando” si può divenire dei grandi fotografi.
http://www.mentelocale.it/arte/contenuti/index_html/id_contenuti_varint_13702
La mia risposta è che un artista è dotato di un modo di sentire “non comune”. Questo non significa fare cose che la gente non capisce, perché l’Arte è solo per pochi eletti o per addetti ai lavori. Intendo che occorre avere un atteggiamento diverso ed essere molto attenti e ricettivi alla realtà visibile quanto a quella invisibile. Chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dagli odori, perdersi nelle volute di nubi metafisiche. Fare begli oggetti, belle immagini, scrivere belle parole è cosa che si può apprendere, con la tecnica lo possiamo fare tutti, indistintamente perché significa imparare un linguaggio, ma per fare della poesia non serve solo padronanza nel gestire gli endecasillabi. Un’artista quando tocca un soggetto lo trasfigura, lo riscrive gestendo una complessa interazione tra esterno/interno tra il personale ed il pubblico. Avere preso atto di essere un po’ diverso rispetto ad altre persone, nel gestire il mio sentire mi ha messo a posto con la coscienza. I processi educativi occidentali spesso finivano (parlo riferito all’età in cui frequentavo le scuole) per penalizzare chi si mostrava troppo introverso/estroverso, arrivando a biasimare quei comportamenti che s’allontanavano dal normale iter o processo di crescita che avrebbe irrimediabilmente portato a far sì che il ragazzino saputello divenisse in futuro l’amministratore di una finanziaria e quell’altro così atletico un grande calciatore. Se il mondo andasse sempre per questo verso sarebbe di una noia mortale, ma il sei è anche un nove rovesciato e viceversa e allora potrebbe anche succedere che il saputello di cui dicevo poche righe sopra divenga un consumatore incallito di droghe chimiche e il ragazzo atletico un marchettaro da stazioni ferroviarie. Imparare a giocare con le cose del mondo, vederne le infinite possibilità questo è il compito che ho scelto o forse è quel compito che ha scelto mè.
L’artista, l’autore con la A maiuscola guarda le cose con un occhio differente perché diverso è il suo modo di sentire e relazionarsi con le cose. La società che ci vuole macchine da guerra o da soldi se un tempo vedeva male l’artista al punto da temerne l’occhio pineale che penetra le apparenze, decidendo di bandirli dallo “Stato ideale”( Platone) oggi si è adeguata e arruola gli artisti, li blandisce e li incorpora come gli ingredienti di una maionese che non impazzisce più (magari) ma che è solo insapore .
One Comment
utente anonimo
…e se fossi un “sei” rovesciato!?? dovrei abbandonare il binario sul quale mi sento incastonato…! TU SAI A COSA MI RIFERISCO…
ps:comunque tranquillo, non prenderò decisioni troppo istintive…anche se non mi dispiacerebbe farlo per una volta..non posso permettermelo..
Luca