Varie
Luciano e Erik 1993 pellicola Kodak e carta Agfa
Quando scrivo sul journal o parlo in Accademia, tengo workshop etc…qualcuno dice io sia polemico, oppure troppo “negativo”….termine perfetto per mè che preferisco la camera oscura alla Camera ( politicamente parlando). Da alcuni anni stò divenendo sempre più "Vintage"…già dovetti lasciare l’amata carta fotografica record rapid dell’agfa ed ora leggo anche di Kodak che chiude…come da stralci a seguire. Detto ciò vi confesso di non credere assolutamente nella scomparsa totale dell’analogico ma intravedo il profitto del settore digitale che incrementa e si addobba di termini “ che fanno presa”….IL DIGITALE è ECOLOGICO….basta acidi, cattivi odori…la nuova camera oscura è Photoshop. Se il principale dall’alto mi concede salute starò a vedere….non demonizzo il digitale, per carità…lo uso ma…quando debbo far sul serio….monto un bianco e nero sulla mia vecchia Hasselblad….che è come per un chitarrista mollare la chitarra midi e imbracciare una bella Gibson o Stratocaster…poi diciamo che credo ancora nelle tonalità del bianconero fatto a mano…sporcandosi un po’…
……la fotografia analogica è come una canzone di Sgt Pepper, come un romanzo di Celine….come un film di Bergman o lo sguardo di Alida Valli, come un seno non rifatto….è qualcosa che ancora mi emoziona!!!
KODAK….news raccolte sul web
1)
Kodak ha registrato nel primo trimestre una perdita di 142 milioni di dollari a causa di una robusta flessione dei ricavi dalle vendite di film e dalle attivita’ di altri business chimici minori, scontando anche l’effetto della crescita del costo del lavoro. Ecco quindi la necessita’ di una sforbiciata ai settori ritenuti obsoleti con la chiusura degli stabilimenti brasiliani e con un impatto, quanto al taglio dell’occupazione, non ancora comunicato. Secondo la Kodak, la domanda di fotografie in bianco e nero, sulla base delle statistiche a disposizione, segna attualmente una contrazione annua del 25%. Nei piani della societa’, pero’, il personale dovrebbe diminuire nell’arco temporale dei tre anni tra le 12 e le 15mila unita’ entro il 2007, per attestarsi alle 50mila finali.
Allo stato, altri due colossi del settore, come la britannica Ilford Imaging e la tedesca Agfa Photo continuano peraltro a produrre carta fotografica per il bianco e nero: entrambe, pero’, sono finite in bancarotta.
Ilford e’ uscita dalle secche del default nel 2005, dopo il fallimento del 2004, grazie a un’operazione di management buy- out, Agfa ha dovuto portare i libri in tribunale appena lo scorso mese. Kodak e’ l’unica sopravvissuta delle tre grandi sorelle della foto, ma e’ costretta a chiudere un’epoca.
2)
NEW YORK – Molto presto il mondo sarà solo a colori. La Kodak dice addio alla carta per stampare in bianco e nero. E così, dopo il fallimento della britannica "Ilford Imaging" e della tedesca "Agfa", gli altri due colossi del settore, si chiude un’epoca. E anche un modo di fare fotografia.
Le ragioni della drastica decisione sono tecnologiche ed economiche. Troppo forte, infatti, la concorrenza e la diffusione delle nuove macchine digitali. Ma è soprattutto l’esigenza di far quadrare i conti a spingere la società di Rochester (New York) a terminare, dopo oltre un secolo, la produzione della carta per la stampa del bianco e nero. Nel primo trimestre 2005, Kodak ha perso 142 milioni di dollari, a causa di una robusta flessione nelle vendite di film e negli altri business chimici.
Meglio allora tagliare settori ritenuti ormai obsoleti: sono stati chiusi gli stabilimenti brasiliani, annunciati tagli all’occupazione (15mila dipendenti in meno entro il 2007). Secondo la multinazionale americana, la domanda di fotografie in bianco e nero, sulla base dei dati a disposizione, segna attualmente una contrazione annua del 25%.
Kodak ha finora puntato su film e pellicole tradizionali. Prodotti che ne hanno fatto la fortuna e che le hanno permesso di diventare la prima multinazionale nel mondo della fotografia. Prodotti che ora, però, rappresentano un limite alla sua espansione. Puntare sul digitale, quindi, è l’unico modo per poter rilanciare l’attività. Una decisione economicamente ineccepibile, ma la reazione degli appassionati del bianco e nero non sarà certo entusiasta.
2 Comments
cAMee
era un po’ che non passavo. So che aggiorni sempre piano, e passo piano. E invece sbedebem. Quante cose nuove. Che meraviglia Last Frame, che meraviglia la porta, che meraviglia la moda, che meraviglia Luciano e Erik che camminano lenti su quel binario che chissà dove va. Chissà dove si va. un bacio
albertoterrile
“Non il cielo. Non il Paradiso. Non il sopra. Non il dentro. L’Anima non è né sopra né dentro. E’ un vagabondo sulla strada. Non attraverso la meditazione. Non attraverso il digiuno. Non esplorando un Paradiso dopo l’altro, all’interno di sé come i grandi mistici. Non con l’esaltazione. Non con l’estasi. Non per mezzo di un qualsiasi di questi sistemi l’Anima potrà entrare in sé stessa. Solo imboccando la strada. Non attraverso la carità. Non con il sacrificio. E nemmeno con l’amore. Non per mezzo di opere buone. Non è attraverso queste cose che l’Anima si realizza. Solo con il viaggio sulla strada. Il viaggio in sé stesso, lungo la strada. Esposti al contatto. Su due piedi lenti. Incontrando chiunque passi sulla strada. In compagnia di coloro che vagano nello stesso modo lungo lo stesso cammino. Verso nessun obiettivo. Sempre la strada.”
D.H Lawrence