Varie
Alberto T 1966/67
Dallo Stereo
……dallo stereo arrivano le note di un brano di Morricone per il film “La resa dei conti”…….mio padre a partire dal 1966 prese a portarmi tutti i sabati pomeriggio al cinema a vedere un western. Quei film gli piacevano tanto, anche io, poco a poco, ho imparato ad apprezzarli sino a ricordarmene oggi con nostalgia .Gli attori avevano nomi come Anthony Steffen, Gianni Garko. Erano western alla buona, girati in Sardegna o in Spagna per risparmiare sugli scenari.
Ho imparato da questi film che importanza ha il taglio di un’inquadratura, come dalla sabbia di un cantiere evocare il deserto, la mia fotografia nasce dagli stessi limiti di quel cinema spaghetti western e si disseta alla fonte del bianco e nero di Gunnar Fischer, direttore della fotografia di molti film di Ingmar Bergman.
Cosa significa creare un’immagine
E’ molto complicato fare capire cosa comporti “creare” un’ immagine.
La difficoltà risiede nel fatto che le cose esistono di per sé, la realtà visibile è innanzi a noi.
Per molte persone l’atto di “creare” è inteso come una sorta di magia, un pensiero una forma che si palesano dal nulla, ma la fotografia non può prescindere dalla realtà, non siamo in grado di fotografare ciò che non esiste. Allora dovremo scontrarci con quanti ancora non riescono a comprendere che attraverso la sensibilità e lo sguardo di chi è realmente un autore una forma pre-esistente muta, assume un differente “senso” e si fa opera unica ed irripetibile
Il progetto di una vita
……ricordo , come se fosse oggi , quando , in certi momenti, (avevo circa quattro anni e frequentavo un asilo che si chiamava San Patrizio) mi allontanavo dai compagni e dai giochi per potermi perdere nelle fantasie. Restavo con lo sguardo rivolto in alto e con il mio grembiule a quadretti azzurri che sulla manica destra recava appiccicate delle foglie di parietaria che simulavano dei gradi militari. Guardavo oltre la rete, come se metaforicamente volessi compiere un balzo avanti nel tempo. Vivevo con la fretta di sfuggire il presente che mi è sempre sembrato un abito stretto, per proiettarmi attraverso la fantasia in un futuro prossimo idealizzato, plasmato a mia misura ed idealmente edificato attraverso i miei desideri .
Ripensandoci vedo : da un lato l’atteggiamento immaturo che mi accompagna da sempre, quello dell’inadeguatezza rivolta verso un presente che mi è spesso difficile accettare, dall’altro l’energia propulsiva e desiderante di un modo diverso di essere e voler stare al mondo. L’atto creativo è un modo per sublimare , una catarsi per potersi elevare oltre il presente e guardare in maniera più globale alla costruzione del proprio sogno. Il progetto di una vita ad ogni costo.
Alberto T non più di dieci giorni fà….2005
2 Comments
Mullmuzzler
dannazione… io non ho mai fatto l’asilo. Però la sensazione di sfuggire dal presente l’ho manifestata timidamente alle elementari, per poi esplodere…
utente anonimo
Putroppo la societá attuale non ci permette semplicemente di realizzare i nostri desideri(creativi), sfogare la nostra creativitá,e alla fine spesso si finisce a scaldare la sedia di un’ufficio…oppure bisogna combattere per cercare di uscire dai canoni preimposti..