Varie
Cover di Vogue tedesco 3 Marzo 1985
La foto di DARIO ALDANESE di cui racconto avente me interprete
Posare per Vogue a 24 anni/ La vera storia di un servizio fotografico con guest star PUSKIN PICCOLO UOMO DI RUSSIA.
Nel 1984 ero a Milano come terzo assistente in uno studio fotografico di moda. Il mio nomignolo era Puskin, “piccolo uomo di Russia”. Non ricordo neppure perché venni battezzato così sul campo. Il mio capo, aveva modalità singolari per ricordarmi che talvolta l’emozione o la stanchezza( si lavorava 12 e persino 14 ore al giorno) mi facevano scivolar di mano un pannello riflettente di polistirolo. Con quel fastidioso e marcato accento di Lecco tuonava :-Figa Puskin, hai mani di merda, ti cade tutto. Forse oggi quell’uomo che ha qualche anno più di me avrà raggiunto la consapevolezza che “a troppo lavoro corrisponde la stanchezza”
Avevo 24 anni, ero fresco di studi d’arte e avevo capito che alle nozioni andava accompagnata una technè che la scuola non mi aveva fornito, pertanto mi ritrovavo catapultato nella MILANO DA BERE di Craxiana memoria. Tutti si muovevano a 200 all’ora, preda del delirio da business debitamente spolverato come una torta di zucchero a velo con “forfora colombiana”. Assistevo impotente a questo “spettacolo” che di lì a poco avrebbe immolato il primo martire.
“Milano, corso Magenta 84. Sono le prime ore del mattino del 26 giugno 1984. La ventiseienne Terry Broome, aspirante modella, uccide con due colpi di rivoltella Smith & Wesson cal. 38 special, il playboy Francesco D’Alessio, 40 anni. Con lui, la giovane Terry conduceva una vita abbastanza movimentata. Le lunghe notti di veglia con “sniffate” di coca; i fine settimana lunghissimi, le amicizie un po’ rapaci. Ad onta di tante frequentazioni vip, l’americanina un lavoro come diceva lei, non l’aveva trovato. Sì, c’erano stati dei “provini” presso qualche agenzia, ma di concreto nulla.” da http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=rubriche&action=articolo&idArticolo=1433
Allo studio facevo di tutto, pulivo il cesso,spazzavo i capelli tagliati dal parrucchiere pre-servizio,prendevo telefonate di agenzie di casting, stilavo la lista cibo per le fotomodelle (è vero,molte di loro mangiavano pochissimo,erano magrissime e spesso s’accompagnavano a personaggi unticci con 30 anni più di loro…forse per lavorare di più) pulivo le ottiche della Sinar e aiutavo Dario (Aldanese) e l’altro assistente di cui non rammento più il nome.
Dario che mi “proteggeva perché ero un po’ disorientato da quel mondo e dalle sue modalità” faceva anche servizi in proprio a discapito della giovane età.Un giorno mi disse:-Vieni Puskin,ho da fare un servizio per Vogue tedesco dobbiamo andare in una discoteca a fotografare un disk Jockey. Partimmo con la metro, di mattina,la gente assiepata nelle carrozze correva al lavoro tossendo l’influenza stagionale, era lo spettacolo degli occhi stropicciati della “common people”. Arrivammo nella discoteca, immaginatevi un luogo del genere a Milano alle dieci di mattina di un giorno feriale…. “il trionfo del vuoto, l’eco del silenzio”. Dario preparò macchine e pellicole,fece il sopralluogo e ipotizzo degli scatti, ma del DJ neppure l’ombra. Parlottò col tipo che ci aveva aperto la discoteca spiegando che “si doveva scattare quel mattino,non c’era tempo per tornare”. Probabilmente il “mago dei suoni della notte” dormiva da poche ore e s’era completamente dimenticato del servizio. Vogue è una macchina che non può aspettare.
Puskin allora parlò:-Dario…adesso che cazzo facciamo? Qui salta tutto!
Risposta:- Nemmeno per sogno dobbiamo inventarci qualcosa e subito!
Soluzione salvavita/servizio di Dario Aldanese con un piccolo guizzo energetico di Puskin:
Luci accese della Discoteca… prendo un vinile dalla consolle,mimo una chitarra e il famoso passo di Chuck Berry detto “duckwalk” schizzando da una parte all’altra della pista aiutato da una caffettiera ( io amo la caffeina e non sono mai stato attratto dalla polverina bianca avendo un bioritmo e un ipercinetismo che non necessitano di “aiutini”). Dario imposta un tempo lungo sulla macchina e spara un colpo di flash per bloccare il movimento e al contempo non mostrare che il volto…beh insomma non era quel Dj che se la ronfava della grossa ma il mio, quello di Puskin “piccolo uomo di Russia”.
Pochi mesi dopo l’uscita su Vogue Germania….sorrisi perché per necessità mi tramutai in un dj…proprio io che ho sempre girato alla larga da quel mondo e da una certa vita notturna.
Io non andavo a ballare la notte ma nonostante i tour de force lavorativi andavo a sentire i gruppi che calcarono le scene tra cui…Clash,Ramones,Siouxie and the Banshees con Robert Smith dei Cure alla chitarra, The Psychedelic Furs,Area,Xtc,Nico,Lou Reed,John Cale,James Taylor,Eric Clapton,Jethro Tull,Van der Graaf Generator, Soft Machine,Paul Roland,Suicide,PeterGabriel…..e tanti altri ancora!
One Comment
utente anonimo
veramente anni'80, fantastico racconto
andrea.