Varie
SPIRITO
Riprendo una mia opera che avevo lasciato decantare…la riscrivo, solo nella parte finale e vedo di cambiare il commento sonoro…come la presentai andava bene…allora,un anno fà..ma non più oggi. Il mio lavoro cresce assieme a me e risente di tante cose. Pubblico però il testo originale….prima che venga cambiato….
Spirito
La serie di immagini sul tema del “Fantasma” (Mostra Il Campazzo) realizzata quest’anno nel mese di luglio, con un breve excursus in Agosto del 2003 è nonostante le apparenze (l’uso della fotocamera digitale e del colore) una conseguenza logico/concettuale e non solo tematica del mio work in progress “Angeli”. Se il lavoro sull’iconografia dell’Angelo nella contemporaneità, faceva perno su una riflessione riferita al mezzo fotografico nella sua specificità, “Spirito” è il suo conseguente sviluppo.
Partendo dall’assunto che la fotografia non può prescindere dalla realtà visibile, non può rappresentare ciò che non esiste, scelgo di adottare questo mezzo per raffigurare e raccontare quanto appartiene per antonomasia al mondo del “non visibile”. Ciò che chiamiamo realtà non è che un aspetto (quello visibile) di un sistema molto più ampio, trattenerne solo l’immediata apparenza significa tradirne la più profonda sostanza.
La realtà che passa attraverso i nostri sensi, che trovo sempre più limitati nell’epoca odierna, mi è ogni giorno più estranea. Se “Angeli” viveva del cinquecentesimo di secondo per poter mostrare la sospensione del messaggero divino, tempo che sfugge al seppur complesso sistema ottico dell’essere umano, “Spirito” si pone al polo opposto, utilizzando i tempi fotografici del quarto, del mezzo e di un secondo per poter raffigurare forme ectoplasmatiche in rapporto alla staticità di luoghi o di altri personaggi.
Angeli è nato e si è sviluppato analogicamente in bianco e nero, mentre Spirito è veicolato dal digitale e dal colore. Ho scelto di non utilizzare fotoritocco perché volevo mostrare a quanti favoriscono con atteggiamento conservatore il perdurare dello stato di cose esistente , siano questi gli oltranzisti dell’analogico, così come certi critici di regime che per fare dell’Arte occorrono : delle idee, una tecnica (poco importa se analogica o digitale) e una seria riflessione e coscienza del media utilizzato.
Vivo e sperimento sulla pelle queste cose da oltre un ventennio. Vedo brutti quadri. Sento ancora in giro fare distinzioni tra la fotografia e altre forme d’Arte. Leggo inutili “disquisizioni a carattere speculativo” che cercano di motivare con etichette il vuoto concettuale di molta Arte Contemporanea.
Non considero rivoluzionario ed innovativo il mio percorso artistico, tantomeno contemporaneo, parola che mi sgomenta. Aborro l’epoca attuale, i suoi riti e le sue modalità. Non riconosco le epoche attraverso l’Arte, l’atto creativo è un cuntinuum un ininterrotto dialogo dell’uomo.
Perseguo un idea che considero Arte. Il giudizio della critica militante o supposta tale, confesso, non l’ho mai tenuto in seria considerazione.
L’Arte è una forma d’espressione non un modo per innalzare il proprio ego o per far denaro.
Persisto e mi firmo
Alberto Terrile
Iola di Montese Agosto 2003
One Comment
Mullmuzzler
ed io continuo a seguire ed annuire mentre cresce la stima.
Tra le tre foto, mi fa impazzire quella centrale.
john