Varie
Verso L'alto, il viaggio in verticale.
Staccare dal suolo,guardare verso l'alto è anche un modo per cambiare il nostro punto di visuale. Restare attaccati al suolo significa rimanere legati alle convenzioni,alle sicurezze. Restare con i piedi per terra è come non voler uscire dal grembo materno.
La vita, che per i più è un viaggio orizzontale tra luoghi fisici e premi di produzione, tra una famiglia e l'altra mentre il nostro involucro poco a poco si deteriora per me è il viaggio in verticale per eccellenza.
La maestra era solita riprendermi :-Hai sempre la testa fra le nuvole. Era un "non complimento". Per lei era la forma della disattenzione. Per me l'esatto contrario: libertà, fantasia e totale apertura verso l'universo.
Ho fatto del volo, della sospensione,della tensione verso l'alto la mia i"forma" più nota.
Poco importa se questa venga travisata o ridotta da chi si interessa al mio "piccolo universo poetico" ad un semplice espediente (analogico) per far stare tante figurine sospese in aria.
E' un concetto semplice quanto la forma che lo ostende è IL VIAGGIO IN VERTICALE.
Quando difendo "l’immaginazione", penso a quel patrimonio che ogni bambino possiede come eredità naturale, che troppo spesso "i grandi" rimproverano o trascurano ………..come in Germinal di George Russel dove l’autore immaginò un bambino che gioca nel crepuscolo, quel magico momento tra il giorno e la notte e i grandi lo chiamano, strappandolo al suo sogno. Il bambino sa che è nello spiraglio che c’è tra due opposti: il giorno e la notte, il si e il no, il qua e il là che la realtà si svela.
Gran parte del mio lavoro fa riferimento ad emozioni e stupori legati alla mia infanzia ,momenti fondanti per la costruzione di un identità che le regole e i condizionamenti tendono a uniformare….i bambini sono liberi, o perlomeno avvertono di poterlo essere, e nel contempo detengono già l’adulto che saranno, se lasciati liberi di assecondare entusiasmi e curiosità potranno di diritto arrogarsi nel futuro la qualifica di esseri umani, non di cloni dei loro genitori o elementi di rivincita per gli stessi: esseri che colmano le lacune, i desideri inappagati…….
Quindi proviamo a guardare in alto mentre procediamo AVANTI in ogni nostra giornata, nel "qui ed ora".
La nostra vita se vissuta pienamente è un meraviglioso viaggio Quadrimensionale.
Alberto T -Lunedì mattina del 15 novembre 2010 .
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IL SEMAFORO BLU / da Favole al telefono di Gianni Rodari
Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu', e la gente non sapeva più come regolarsi. "Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?" Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l'insolito segnale blu', di un blu' che così blu' il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: "Lei non sa chi sono io!" Gli spiritosi lanciavano frizzi: "Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna. Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini. Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l'olio d'oliva." Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all'incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu' fece in tempo a pensare: "Poveretti! Io avevo dato il segnale di – via libera – per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio."
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