Varie
Matteo Cosulich ritratto domenica 5 luglio 2009 a Sassello
Dalla Miniera
L’estate che s’annuncia, da parecchi anni ha perduto la spensieratezza fanciullesca che ho avuto modo di assaporare in tempi passati. Chiamatela consapevolezza della vita, maturità oppure codificatela come depressione. Poco m’ importa visto che sono divenuto malinconico da subito, sin da piccolo.
L’estate era sì il momento delle vacanze, della partenza per la campagna, ma anche abbandono dei compagni di gioco che ti avevano tenuto compagnia da ottobre a metà giugno . L’estate si andava sull’appennino in una casa di famiglia. Làssù giocai con cani e gatti. Inseguii le galline nell’aia di mio zio Giuseppe. Mi punsi con le ortiche, mi sbucciai le ginocchia e vidi la prima pelle di vipera dopo la muta.
Tutti gli anni restavo tre mesi tra i monti con la nonna nativa e mia sorella, ma per gli abitanti del posto ero e resto a tutt’ oggi “il genovese”.
Non mi sono mai sentito parte di niente. Ho costruito un equilibrio delicato. E’ accaduto che per sorreggermi mi sia aiutato con il “bastone” non adatto. Non credo agli errori nella vita, credo nei passaggi.
La mia è la storia di una vita come tante altre fatta di sogni che si realizzano , di fallimenti, di amori trascorsi, di amici perduti lungo la strada.
Appartengo ad una generazione, la prima che è stata definita con la X.
Resto un sognatore nonostante la vita mi risvegli sempre più spesso.
Oggi vivo alla giornata e pianifico solo l’indispensabile.
Desiderare senza invidiare è bello, progettare anche, ma deve essere un progetto a breve termine. Abito un universo dove i pianeti lontani sono le espressioni di gioia, un universo fatto di noie e di gratitudine oltre che di tristezze . I miei ultimi ritratti sembrano schizzati dal petrolio, macchiati dal carbone che resta sul viso dei minatori. In fondo , mi sento come un minatore che scava da anni e vede anche piccole luci nei cunicoli che percorre.
Alberto T ritratto domenica 5 luglio 2009 a Sassello da Claudio Castellini
Alberto T ritratto domenica 5 luglio 2009 a Sassello da Claudio Castellini
Ilenia Tixi Pasquale Montemurro
Pasquale Montemurro
Elena Passini vedova Fallani
Olga C.
One Comment
harambee
Nei tuoi ritratti sento il carbone segna è e segnato da picconate e da carezze…
Nel buoi quelle lucine, possono bastare,per ora, a trasformare notte e giorno, uno nell’altro finchè di nuovo mutino.
Fino a quando ci accoriamo che ogni distanza,impervia e solitaria, non esiste. Esiste la “nostra” solitudine, come quella delle foglia sul rame o delle radici sotto terra, è solitudine partecipata.
Della notte e del giorno resta, uno nell’altro una poesia malinconica forse, come un canto, un richiamo, un altro segno. Risveglia.
Spirito animato sempre vigile fa da guardiano.eppure, sorride, sorride ancora!
Anche noi ?!
Grazie
un abbraccio
:-)
kc