Varie
Alberta Passini e Elena Passini Estate 2006- Iola di Montese- A cà’ Guaiumi
NO ONE STANDS ALONE
LAST WOMAN STANDING
L’ultima sorella di mia nonna è mancata. Domani a Firenze le esequie. E’ un mondo che per me termina e si consegna definitivamente al ricordo di gioiose estati trascorse nella luce idealizzata di un bambino che divenne poi ragazzo e che oggi è uomo.
Rivedo la trattoria a Firenze che gestì per lunghi anni assieme al marito Alviero. Se ho visitato i musei e le chiese della città lo debbo a due estati fiorentine del 1976 e 1977 in cui lavorai “a bottega” da lei. Conservo in me il suo sorriso, sorriso che faceva capolino raramente negli ultimi anni segnati dalla malattia.
La morte può essere triste per noi quanto liberatoria. per l’Altro. Occorre saper desiderare il bene altrui anche quando questo può arrecare pena a chi resta.
Rivedo la trattoria a Firenze che gestì per lunghi anni assieme al marito Alviero. Se ho visitato i musei e le chiese della città lo debbo a due estati fiorentine del 1976 e 1977 in cui lavorai “a bottega” da lei. Conservo in me il suo sorriso, sorriso che faceva capolino raramente negli ultimi anni segnati dalla malattia.
La morte può essere triste per noi quanto liberatoria. per l’Altro. Occorre saper desiderare il bene altrui anche quando questo può arrecare pena a chi resta.
2 Comments
utente anonimo
Dopo Minghin, Giuseppe, Gefa, Irene e Berta, ecco Elena tornare fra le braccia
della Nonnona. La rivedo arrivare a Iola ad agosto, acclamata come la zia “polentaia”, e preparare insieme alla nonna Nani le crescentine, facendole cuocere fra foglie di castagno e pietre roventi, sul camino. Sento le loro risate quando mi guardano e dicono Polda, dove metti tutta la pasta che mangi? Sembri uno stambecco!
utente anonimo
Che belli questi piccoli spaccati di una vita vissuta in parallelo alla mia, crescentine foglie di castagno, camini e tigelle arroventate, estati sui monti, risate e pianti, nonne e nonni, madri e padri famiglie che si consumano col tempo, famiglie che si rigenerano per perpetrare il ciclo della vita. In mezzo a tutto questo il nostro io che assorbe gli eventi come una spugna prosegue, guarda avanti , a volte arranca sino a giungere al capolinea come Elena. Un abbraccio Uccio