Varie
Dalle case, in terra di Francia
La mia storia personale è tessuta da dimore in Francia. In principio abitai a Parigi in boulevard de Clichy e qualche anno dopo passai in rue du nord.
Un tempo allora nuovo mi condusse poi a sud. Trascorsi delle estati vicino a Uzes al Mas des aigues vives e ancora, ad Avignone per poi giungere a Eygaliers.
In questa sera tinta d’ arancio e di mandarino, apro il gas ai ricordi seduto in un piccolo salotto d’ alta provenza.
A Menerbes, il camino acceso è il lampo di calore di un calvados bevuto di un fiato.
Sono venuto a trovare una cara amica, una medioevalista che per venti anni è stata la conservatrice del Musee du Petit Palais. Esther ,questo il suo nome, nel 1998 organizzò e produsse una mia grande mostra nel museo che dirigeva. Lì esposi i miei Angeli. Fu un anno magico se ripensato con la calma che il tempo trascorso reca. Soggiornai al Petit Palais per preparare l’esposizione “Sous le signe de l’Ange”e quel libro francese, quel primo libro, che mi valse i complimenti di Agnes Varda. I conservatori museali in francia dispongono di un appartamento all’interno del museo. Vissi accanto a Botticelli per oltre ventuno giorni. Le grandi personalità illuminano e ispirano attraverso i loro manufatti: testi, pitture o semplici suoni che hanno scelto di consegnare al mondo.
In quel tempo, centinaia di sigarette si mischiarono al Ricard reso torbido dall’acqua mentre il Mistral rendeva folli i pensieri di un irrequieto trentasettenne. La notte lasciavo scivolar lo sguardo a basso sino al chiostro. Nell’appartamento c’era un lungo corridoio che terminava con una porta. Se fosse stata una fiaba, mi avrebbero suggerito di non aprire mai e poi mai quella porta, di non varcarne per nessuna ragione la soglia. La realtà talvolta, supera la favola: oltre la porta, c’erano due sale, quelle superiori del museo… e mantenendo la giusta distanza dai dipinti protetti dall’allarme, era possibile girarlo. Lo feci. Una notte, in pigiama, contemplai quel medioevo italiano oggi barbaramente sepolto e obnubilato da un Paese, l’Italia, che ha perso la memoria di Taddeo di Bartolo sovrascrivendo il volto di Mara Carfagna.
Qui a Menerbes, dieci anni dopo, rivedo la casa di Dora Maar ,fotografa amata da Pablo Picasso. Poi,un breve giro nel cimitero, prima di passare davanti alla vetrina di una boulangerie. Il profumo del pane di Francia: la fragranza della morte si stende su una baguette.
Con le dita disegno strane lettere nel cielo: le iniziali di nomi che non poggiano più su questo suolo. Il profilo tagliente di Jean Pierre si accavalla al ricordo dell’ultimo pranzo fatto assieme. Pochi mesi dopo, il suo fegato salutò un mondo che si disfaceva lontano dallo schiamazzo della banlieu parigina. Quel giorno, la giostra sotto la scalinata di Montmartre, smise di ruotare e restò in silenzio per qualche minuto. Il cielo licenziò una timida pioggia. Persino le campane ammutolirono.
William Sheller riempie la stanza pregna dell’aroma di buona legna. Raffaello e Caravaggio battono la costa di un libro spiati da un lume mentre mi addormento ancora una volta, in una casa, in terra di Francia.
Un tempo allora nuovo mi condusse poi a sud. Trascorsi delle estati vicino a Uzes al Mas des aigues vives e ancora, ad Avignone per poi giungere a Eygaliers.
In questa sera tinta d’ arancio e di mandarino, apro il gas ai ricordi seduto in un piccolo salotto d’ alta provenza.
A Menerbes, il camino acceso è il lampo di calore di un calvados bevuto di un fiato.
Sono venuto a trovare una cara amica, una medioevalista che per venti anni è stata la conservatrice del Musee du Petit Palais. Esther ,questo il suo nome, nel 1998 organizzò e produsse una mia grande mostra nel museo che dirigeva. Lì esposi i miei Angeli. Fu un anno magico se ripensato con la calma che il tempo trascorso reca. Soggiornai al Petit Palais per preparare l’esposizione “Sous le signe de l’Ange”e quel libro francese, quel primo libro, che mi valse i complimenti di Agnes Varda. I conservatori museali in francia dispongono di un appartamento all’interno del museo. Vissi accanto a Botticelli per oltre ventuno giorni. Le grandi personalità illuminano e ispirano attraverso i loro manufatti: testi, pitture o semplici suoni che hanno scelto di consegnare al mondo.
In quel tempo, centinaia di sigarette si mischiarono al Ricard reso torbido dall’acqua mentre il Mistral rendeva folli i pensieri di un irrequieto trentasettenne. La notte lasciavo scivolar lo sguardo a basso sino al chiostro. Nell’appartamento c’era un lungo corridoio che terminava con una porta. Se fosse stata una fiaba, mi avrebbero suggerito di non aprire mai e poi mai quella porta, di non varcarne per nessuna ragione la soglia. La realtà talvolta, supera la favola: oltre la porta, c’erano due sale, quelle superiori del museo… e mantenendo la giusta distanza dai dipinti protetti dall’allarme, era possibile girarlo. Lo feci. Una notte, in pigiama, contemplai quel medioevo italiano oggi barbaramente sepolto e obnubilato da un Paese, l’Italia, che ha perso la memoria di Taddeo di Bartolo sovrascrivendo il volto di Mara Carfagna.
Qui a Menerbes, dieci anni dopo, rivedo la casa di Dora Maar ,fotografa amata da Pablo Picasso. Poi,un breve giro nel cimitero, prima di passare davanti alla vetrina di una boulangerie. Il profumo del pane di Francia: la fragranza della morte si stende su una baguette.
Con le dita disegno strane lettere nel cielo: le iniziali di nomi che non poggiano più su questo suolo. Il profilo tagliente di Jean Pierre si accavalla al ricordo dell’ultimo pranzo fatto assieme. Pochi mesi dopo, il suo fegato salutò un mondo che si disfaceva lontano dallo schiamazzo della banlieu parigina. Quel giorno, la giostra sotto la scalinata di Montmartre, smise di ruotare e restò in silenzio per qualche minuto. Il cielo licenziò una timida pioggia. Persino le campane ammutolirono.
William Sheller riempie la stanza pregna dell’aroma di buona legna. Raffaello e Caravaggio battono la costa di un libro spiati da un lume mentre mi addormento ancora una volta, in una casa, in terra di Francia.
5 Comments
utente anonimo
Hai mai pensato di emigrare?
albertoterrile
Si….poi ciò che mi trattiene sono i miei genitori anziani, mia sorella vive a Milano e i miei corsi stra avviati da anni….di fatto ricomincerò a fare un pò di andirivieni, ho amici tra i più strani, dai vicini di casa di sarkozy e c.bruni…che li definiscono una coppia educata e discreta, a vari danzatori/ici…,(Carolyn Carlson e Larrio Ekson) al musicista Renè Aubry e poi il produttore di Aznavour e via dicendo….ovvio anche un sacco di persone non celebri ma assolutamente di valore….tranquillo Zaio, riprendo i miei avanti e indietro…tra Parigi e la Provenza…a proposito essendo un grosso conoscitore di musica francese aggiungo che è morto ieri ALAN BASHUNG di cancro a 61 anni….
Qui chi conosce William sheller, Julien Clerc, Jacques Dutronc….oltre ai notissimi chansonnier (Brel,Ferrè,Reggiani,Brassens)???
utente anonimo
BENE!!!
preparo la valigia!! ;-)
Olivella
suryamukhi
Grazie Alberto per questo racconto che profuma di nostalgia e di passione per la tua amata arte!
Monica
utente anonimo
perfettamente inserito nel quadro..ti appartiene quel salotto.
alan bashung non lo conosco, mi manca…cerco qualcosa di suo ora. grazie gianpino!
mariatelodicevo