Varie
courtesy of Una Woodruff
Che sciocco. E’ un attimo cadere nella botola dello stile e della sintassi, dei respiri e dell’andare a capo. Mi è successo e ho lasciato perdere non una ma più volte il mio foglio abortendo lo scritto.
Non ho studiato le leggi della scrittura. Frasi ed immagini rotolano da sole, come se mi rivolgessi ad una persona che ho di fronte.
Perché dovrei preoccuparmi se così va bene o se in altra maniera può essere meglio? Questo è un diario, non qualcosa da consegnare ad un editore perché venga dato alle stampe.
Per elezione, uso le immagini per dialogare, queste possiedono un linguaggio autonomo.
Forse, scrivo come chi fotografa con gli apparecchi a perdere.
Ieri,dopo avere trascorso parecchie ore sull’autostrada, bloccato dal maltempo, ho dovuto fare inversione e tornare a casa, rinunciando ad Avignone. Tutto è stato rimandato a Gennaio.
Quando l’imprevisto si palesa, in genere mi arrabbio al punto d’infradiciare del tutto la mia giornata. Sono un idiota che lascia che un taglietto si infetti sino a divenire una piaga.
Negli ultimi tempi ho preso delle decisioni non semplici per la mia vita. Ho fatto delle scelte importanti e dolorose ascoltando quella che ritenevo fosse la voce della mia coscienza.
La pioggia battente rimbalza sul corrimano e schizza i vetri di piccole perle d’acqua.
Quando non devo lavorare, sto da solo. Sono capace di passare da un punto all’altro di casa, preda di mille piccole cose che non porto a termine. Talvolta per scelta, altre per noia. Di fatto, sono incapace di stare fermo.
Sono ipercinetico.
Sposto il portatile sulla coperta e passo la mano sul tepore impresso aspettando sino a quando non svanisce.
Un tempo, le persone, specie nelle campagne, utilizzavano uno scaldaletto chiamato “il prete”.
Mi alzo e cerco un libro tra i tanti, ma riesco a leggere solo brevi frasi. E’ come se la mia attenzione evaporasse.
La televisione non la guardo mai. La tengo spenta e collegata ad un lettore col quale ero solito guardare tanti film.
Oggi,fatico a vedere un film per intero.
Mi sento come un pesce che fatica a stare nell’acquario. Talvolta credo di divertirmi o forse incontro brevi lampi di felicità e allora, mi pare d’essere come una cavia che gira all’impazzata sulla sua ruota.
Non devo divertire alcun bambino.
4 Comments
utente anonimo
Questa notte arriverà un angelo in sogno ad accarezzarti il cuore, forse potrà spaventarti il peso della sua mano avvertito come un soffio imprigionato nel petto, lascialo fare, domani ti sveglierai con l’umore migliore.
irazoqui
ecco, gli artisti…pardòn, i veri artigiani e i veri poeti (non i poeti “bravi”) sono fatti così. è da situazioni emotive di questo tipo che vengono fuori le cose importanti da dire. il resto è calligrafismo.
Lerman
Ricerca nel tuo cuore
sete nella tua anima
paura nel tuo corpo.
Toccare e fuggire.
Cercare e
dopo aver trovato
lasciare.
Immergersi
mai abbastanza
per divinere
luogo dell’immersione.
Identità nascosta nella frenesia
dell’insoddisfatto significato
che solo porge
frammenti di stabilità.
Sprazzi
di effimere pienezze
lungo la via
che conduce
ad Altro a venire.
Un punto
che fermo
tra peregrine immagini
chiede da sempre
1250 watt senza Enel.
Lerman
albertoterrile
Cortesemente firmatevi è giusto sapere chi ci sprona,critica ,elogia o conforta!
Grazie.