Francesca telefona felice e mi dice che aspetta due gemelli da Capt America ed io esulto, io che non sono più riuscito ad incontrarli perchè mi riportavano indietro al mio progetto di vita, a cene a quattro sull’ appennino parlando dei film di Sergio Leone, prometto che : – Sì ci vedremo, verrò a trovarvi lì vicino a Marzabotto…

Guardo le immagini realizzate ieri assieme ai miei allievi. Scopro che Michela è perfetta per incarnare un’ altra delle figure femminili che da anni racconto. Proietto su di lei i luoghi che amo dell’appennino, la vesto di foglie, di stami, faccio con i miei allievi quello che da ragazzo sperimentavo con proiettore e diapositive, perchè tutte le mie esercitazioni sono "il modo in cui mi divertivo da piccolo, da studente d’ accademia "… quell’accademia dove "lavoro a progetto" da quattro anni oramai.
Nascono paragoni e paralleli e m’accorgo che bene o male racconto attraverso tante donne "una donna da sempre" che è la mia parte femminile e al contempo l’idealizzazione di una donna che non esiste, che non c’è sebbene paradossalmente io la cerchi.

Lasciatemi raccontare altre storie e differenti figure femminili. I fatti che narro non sono mai esistiti, per quel luogo, per quella persona, per quei gesti , eppure sono la verità.